Dalla correzione una lezione salutare per gli investitori

Che è successo sui mercati

L’azionario è inciampato, ma quello della settimana scorsa non è stato il grande evento di rischio del 2018, nonostante il Vix index, dopo essere rimasto per mesi incollato a quota 10 in due anni di corsa al rialzo dei mercati, abbia subito un tracollo arrivando in poche ore sino a quota 50, complici la corsa a ricoprirsi di future sull’indice da parte di quei gestori che per mesi avevano venduto future sullo stesso per intascare il premio da “posizioni corte sulla volatilità”. Per chi lo ha visto da vicino, notano gli esperti di Neuberger Berman, “è stato uno spettacolo strappacuore”, ma chi di noi investe nella “economia reale” ha veramente di che preoccuparsi?

Guai a farsi prendere la mano dalla leva

I gestori ne dubitano, essendo del parere “che il contesto attuale offra un’ottima opportunità per vendere volatilità, purché non si ricorra alla leva”. Neuberger Berman esegue strategie come questa che offrono la possibilità di migliorare i rendimenti dell’indice, riducendo la volatilità di un terzo circa. La settimana scorsa quelle strategie hanno reagito come previsto e, fintanto che la volatilità implicita si mantiene elevata, hanno la possibilità di vendere opzioni put a premi molto maggiori rispetto ad alcune settimane fa. Doug Kramer e Derek Devens, responsabili delle strategie di Neuberger Berman su opzioni, sono soliti dire: “La regola numero uno nella vendita di opzioni è mantenersi umili e non utilizzare alcuna leva (o utilizzarne una molto, ma molto bassa), senza farsi prendere la mano”.

Correzione salutare, fondamentali restano solidi

Vele inoltre la pena ricordare, nota Joseph Amato, president and Chief Investment Officer–Equities di Neuberger Berman, che l’indice S&P500 ha chiuso gennaio in rialzo del 6% e una correzione era “improrogabile”. Dopo l’ondata di vendite di giugno 2016, causata dalla Brexit, i mercati hanno guadagnato il 40% senza batter ciglio. La crescita dei mercati non segue mai una linea retta e ogni prolungato periodo rialzista è stato seguito da correzioni significative. Sebbene dolorose, queste correzioni assomigliano un po’ a una medicina amara: sgradevole ma necessaria per tenersi in salute. In compenso lo slancio dei fondamentali economici prosegue inequivocabile, si prepara “un’altra stagione degli utili caratterizzata da ottimi risultati ed è probabile che la crescita globale sincronizzata prosegua ancora per qualche mese”.

Tenere d’occhio l’andamento dei salari

La settimana scorsa i mercati hanno subito una battuta d’arresto, ma si è trattato di un rallentamento salutare, pur fornendo “un importante indizio su qualcosa che, nel corso dell’anno, potrebbe diventare motivo di preoccupazione”. L’ondata di vendite che ha colpito l’azionario potrebbe essere stata causata dal rapido rialzo dei rendimenti obbligazionari. I quali, a loro volta, sono stati spinti dal miglioramento dei dati occupazionali e salariali negli Stati Uniti che hanno alimentato le attese di un’accelerazione dell’inflazione. Il forte aumento salariale ottenuto la settimana scorsa dai metalmeccanici tedeschi è un altro indicatore, monitorato da vicino, di un possibile imminente aumento dei prezzi. Simili situazioni – nota l’esperto di Neuberger Berman – spesso inducono le banche centrali a irrigidire le politiche monetarie, stroncando i mercati rialzisti.

Ora eccessiva salute economia fa paura

Al momento tuttavia il gestore ritiene che i timori degli investitori siano prematuri. Il rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve nel 2018 è già stato scontato dai mercati,anche se gli investitori dovrebbero esigere un premio per il rischio che la nuova presidenza della Fed possa cedere davanti a un ottimo andamento dell’economia. Tuttavia, conclude Joseph Amato, “nulla lascia supporre che la banca centrale stia controllando la curva o che i rendimenti obbligazionari abbiano iniziato una corsa incontrollata al rialzo”. Quella di settimana scorsa va dunque considerata come “una lezione giunta nel momento opportuno per scoraggiare chiunque pensi di ricorrere eccessivamente alla leva per sfruttare lo slancio dell’economia e dei mercati. Ma è troppo presto per sostenere che quello slancio si è del tutto esaurito”.

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