Consultinvest: perché preferire un approccio flessibile

Contenuto tratto da www.bluerating.com

RITRACCIAMENTO SUI MERCATI – Il 2018 era partito molto bene per gli indici azionari con picchi di circa +8% per i Paesi emergenti, il mercato Usa  + 5,74% per l’indice MSCI All Country World, sottolinea una nota di Consultinvest. Il 26 gennaio ha preso avvio un violento e veloce ritracciamento che ha portato, in poche sedute,  quasi tutti gli indici azionari in territorio negativo da inizio anno; tali drawdown hanno fatto perdere al mercato anche  il 10% dai massimi di gennaio come nel caso  degli Stati Uniti ed il – 9% circa del mercato azionario area euro. Tutto è partito dal timore di una ripresa violenta dell’inflazione e  di una brusca inversione delle politiche monetarie in direzione marcatamente  restrittive. Dopo i minimi di mercato segnati tra l’8 e  il 9 febbraio i mercati hanno provato a ripartire, recuperando parzialmente le perdite ma rimanendo ancora tendenzialmente in territorio negativo. A prescindere dalla breve cronistoria di cosa sia avvenuto nelle ultime settimane,  riteniamo che il messaggio ricevuto dal mercato sia abbastanza chiaro: l’inflazione e il timore di un surriscaldamento violento dei prezzi hanno spaventato il mercato, ciò  è considerato un catalizzatore spiccatamente negativo per il mondo degli investimenti: in primis, a nostro avviso  per il mondo obbligazionario. Mentre scriviamo i rendimenti sui bond governativi mondiali continuano a stazionare su livelli a dir poco irrazionali : 22 Paesi sviluppati presentano  rendimenti lordi a 10 anni che sono sotto la soglia del 2% e dieci paesi addirittura con rendimento a 10 anni inferiore all’1% sempre sul decennale. L’Italia sul Btp decennale presenta un rendimento lordo del 2,045%. Di fronte a tali rendimenti , un rialzo dei tassi anche non violento metterebbe a dura prova la tenuta dei bond  a tasso fisso, determinando perdite robuste  per gli investitori  lunghi di tasso fisso investment grade. La strategia di Consultinvest Sgr da sempre rimane improntata alla massima flessibilità  gestionale, tanto è vero che oltre il 90% della gamma di fondi appartiene alla categoria dei fondi flessibili. L’utilizzo di coperture sul  rischio rialzo dei tassi e volatilità sui cambi, nonché di strumenti di esposizione al rischio equity con protezione tramite opzioni, renderanno  sempre più  competitive ed efficaci  le strategie flessibili di investimento rispetto quello tradizionali, long only e a benchmark.

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