Banca Farmafactoring soffre nuovo collocamento, ma il titolo può ripartire

Banca Farmafactoring cala ma non crolla

Banca Farmacfactoring (Bff) in calo di oltre 4 punti percentuali a Piazza Affari, dove il titolo è indicato a metà giornata a 5,905 euro per azione (-4,22%) con oltre 6,25 milioni di pezzi passati di mano, dopo che l’azionista di controllo BFF Luxembourg Sarl ha avviato ieri in serata la vendita del 10,1% dell’istituto (quantitativo rialzato data l’elevata domanda rispetto al massimo inizialmente preventivato del 8,8%) tramite bookbuilding accelerato rivolto a determinate categorie di investitori istituzionali.

Il flottante ora supera il 50%

L’operazione è gestita da Deutsche Bank, Mediobanca e Morgan Stanley in qualità di joint bookrunner. Si tratta degli stessi intermediari che avevano già curato l’ipo di Bff nell’aprile 2017, avvenuto a 4,7 euro per azione. BFF Luxembourg Sarl è un veicolo finanziario controllato dal fondo Centerbridge che fino ad oggi deteneva il 55,8% del capitale sociale di Bff e che continuerà in ogni caso ad essere l’azionista di riferimento dell’istituto anche se con meno del 50% del capitale, rendendo teoricamente la società contendibile.

Per Centerbridge Bff è una miniera d’oro

Per il fondo Centerbridge l’investimento in Bff si sta rivelando fruttuoso: l’Ipo aveva visto BFF Luxembourg Sarl scendere dal 94,196% al 55,8% del capitale di Banca Farmafactoring con un incasso di 250 milioni di euro circa. A questi si erano sommati 65 milioni di euro come pro-quota del dividendo straordinario da 68,7 milioni a seguito dell’approvazione del bilancio 2015, più i circa 99,2 milioni di euro incassati con l’attuale collocamento, avvenuto a 5,75 euro per azione con uno sconto del 6,6% rispetto alla chiusura di ieri sera.

Per analisti il titolo può tornare a salire

Secondo gli analisti una volta smaltito il collocamento il titolo potrebbe tornare a crescere, visto che il target price medio, secondo Bloomberg, è pari a 6,4 euro. Un livello di prezzo che implica un potenziale rialzista di circa l’8,5% rispetto alle quotazioni correnti, ovvero del 11,3% rispetto al prezzo a cui è avvenuto il collocamento.

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