Swissquote: perchè se i tassi salgono il dollaro resta debole?

Perchè se aumentano i tassi il dollaro non sale?

Come mai negli ultimi mesi i rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi sono aumentati considerevolmente, ma il movimento non si è tradotto in un dollaro forte? Se lo chiedono gli analisti di Swissquote notando come di recente i mercati finanziari siano apparsi “sempre più preoccupati per la potenziale accelerazione delle pressioni inflazionistiche”. Come mai gli investitori, in passato preoccupati per l’inflazione insufficiente, ora temono un eccesso d’inflazione, e come mai questo cambiamento è avvenuto nel giro di pochi mesi?

Il mercato ha cambiato aspettative

Negli ultimi anni il mercato monitorava gli indici d’inflazione sperando in pressioni più forti sui prezzi. Allora, una sorpresa al rialzo dell’indice dei prezzi al consumo o delle spese per consumo di fondo innescavano un rally del dollaro o speculazioni su un’accelerazione del corso di restringimento della Federal Reserve, ma ultimamente succede il contrario. “Ogni volta che i dati economici lasciano intravedere un’inflazione più elevata, il dollaro cala”. Ciò tende a suggerire che il mercato è giunto a conclusioni diverse sulle conseguenze della liquidazione del bilancio e del rialzo dei tassi d’interesse di breve termine della Fed.

Tassi più alti peseranno sul debito pubblico Usa

“Si potrebbe infatti ipotizzare che tassi d’interesse più alti comportano un dollaro più forte, con un miglioramento del contesto degli investimenti. Ma tassi d’interesse più alti si traducono anche in debiti più costosi. Ciò comporta varie implicazioni, in particolare per il governo Usa e le imprese private. Per il primo, le conseguenze sono notevoli, perché tassi più elevati sulle scadenze brevi e lunghe dei titoli di Stato si traducono in costi di indebitamento più elevati per il governo federale, cosa che influisce sul budget e sul debito pubblico”. L’epoca del debito a basso costo sta per finire, sottolineano gli esperti di Swissquote, “e ciò significa deficit più elevato e maggiori difficoltà sulla via della sostenibilità fiscale. Come se non bastasse, i tagli fiscali di Trump non faranno che aggravare il disavanzo di bilancio e il debito. Pertanto i mercati hanno ragione a essere preoccupati”.

Anche per le aziende ci saranno contraccolpi importanti

Per quanto riguarda gli effetti sulle imprese private, d’altra parte, tassi d’interesse più elevati faranno ovviamente aumentare il costo del debito. Va da sé che molte aziende saranno meno redditizie, perché aumentano i costi di finanziamento. “Per le società fortemente indebitate, che sopravvivono solo perché i tassi d’interesse sono rimasti molto bassi a lungo, le conseguenze sono peggiori. Anche a causa dell’appetito insaziabile degli investitori, sarà una brutta caduta. Molte società “zombie” pagheranno un prezzo molto salato con il calo dell’indebitamento. In seconda battuta, tassi d’interesse più alti potrebbero tradursi in un aumento della disoccupazione e rallentamento della crescita economica”.

A medio termine la situazione potrebbe farsi difficile

Il rapido aumento della volatilità delle azioni e la continua debolezza del biglietto verde, concludono gli analisti elvetici, “suggeriscono che i mercati finanziari prendono finalmente sul serio la situazione – e a ragion veduta. È difficile dire quali saranno le conseguenze di medio e lungo termine. È lecito però ipotizzare che non sarà una passeggiata, perché questo cambiamento influirà pesantemente sia sulle imprese private che sul governo Usa”. È dunque ragionevole ipotizzare che “il dollaro continuerà a calare gradualmente, mentre la recente impennata della volatilità sulle borse potrebbe essere stata un campanello d’allarme”. In fin dei conti, ci sarà un motivo per cui la Federal Reserve è stata così prudente nel normalizzare la politica monetaria.

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