Coin torna italiana, a comprare sono imprenditori e manager

Coin torna in mani italiane

Coin, la catena distributiva che conta 35 grandi magazzini a gestione diretta in Italia, più una settantina di negozi in franchising, torna in mani italiane: il fondo di private equity britannico BC Partners, che insieme a Investindustrial (Andrea Bonomi), all’Ontario Teachers Pension Plan e al management di Coin aveva coinvestito nel gruppo nel 2011 rilevando la partecipazione di controllo all’epoca in mano a Pai Partners e lanciando un’Opa sulla restante quota di capitale che portò al delisting del titolo da Piazza Affari, per poi procedere al collocamento della controllata Ovs nel 2015 (da cui con successivi collocamenti Coin è calata sino al 17,83%) ha fatto sapere di aver ceduto il 100% di Coin Srl alla neocostituita Centenary Spa per un controvalore che non è stato reso noto.

Una cordata di imprenditori e manager

Coin Srl era finora controllata tramite la holding lussemburghese Icon 1, da BC Partners al 80,5%, dall’Ontario Teachers Pension Plan al 13,68%, da Investindustrial (tramite GB Holding) al 4,56% e per il restante l’1,245% dal management. Ora in Centenary il 25% del capitale è in mano a 23 manager della catena distributiva veneta, e a vari imprenditori italiani tutti con quote tra il 5 e il 15% tra cui Alessandro Bastagli (proprietario di Lineapiù e Shanghai Thang), Enzo de Gasperi (cui fa capo il gruppo di prodotti per la casa Edg), Giorgio Rossi (già imprenditore della moda, ora attivo nel settore immobiliare), Jonathan Kafri (proprietario di Sicem e di alcuni hotel di lusso) e ad un family office con sede in svizzera e che è socio di Sempione, gruppo che con Ovs controlla la catena distributiva Charles Vogele.

Anche Stefano Beraldo coinvolto nell’operazione

Tra i soci della Newco, con una quota di minoranza, anche Stefano Beraldo, vicepresidente del gruppo Coin oltre che amministratore delegato e direttore generale di Ovs. Secondo indiscrezioni, la valutazione di Coin alla base della cessione dovrebbe essere stata attorno ai 70 milioni di euro, a fronte dei 400 milioni di ricavi netti, 12 milioni di Ebitda e 10 milioni di cassa a fine 2017. La quota in Ovs non dovrebbe pertanto essere stata oggetto di transazione, visto che la società (il cui titolo è salito oggi dello 0,76% a 5,32 euro per azione nonostante il calo del 2,39% subito dal Ftse Mib a fine giornata) capitalizza circa 1,2 miliardi di euro (la residua partecipazione di Icon 1 dovrebbe dunque valere da sola quasi 215 milioni di euro).

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