Crisi Bpvi-Veneto Banca pesa su Pasta Zara
L’eredità della crisi delle ex popolari BpVi e Veneto Banca colpisce ancora: c’è tempo, infatti, sino al 31 marzo per trovare una soluzione alla crisi di Pasta Zara, noto produttore di pasta di Treviso che ha siglato un accordo di stand-still con le banche creditrici con le quali sta trattando per superare la situazione di grave tensione finanziaria che ha portato la società a chiudere il 2017 con una perdita di 25,7 milioni.
Saltato il covenant debito/patrimonio netto
Una perdita dovuta anche a svalutazioni per 9 milioni di euro delle partecipazioni in Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza (BpVi), che hanno fatto calare il patrimonio netto a 77,3 milioni a fronte di un debito finanziario netto di quasi 200 milioni. La società ha così ampiamente sforato a fine 2017 il covenant finanziario relativo al rapporto tra posizione finanziaria netta e patrimonio netto (fissato ad un massimo di 1,88 volte ma ormai sopra le 2,55 volte).
Anche Cassa depositi e prestiti tra i soci
Pasta Zara, tra i cui soci figura con l’11,76% di capitale Simest Spa (la finanziaria di sviluppo del gruppo Cassa Depositi e Prestiti) aveva chiuso il 2016 con 250 milioni di euro di ricavi (calati a 240 milioni l’anno passato) e 24 milioni di Ebitda. Lo scorso 28 febbraio, intanto, si è tenuta l’assemblea degli obbligazionisti del minibond da 5 milioni di euro, cedola 6,5% e scadenza marzo 2020, quotato all’ExtraMot Pro, su richiesta di Finanziaria Internazionale Investments Sgr, che gestisce il Fondo Minibond PMI Italia con in portafoglio bond per 400 mila euro nominali (degli 1,5 milioni inizialmente sottoscritti).
Sarà primo test di un governo Lega-M5S?
In attesa che il futuro governo faccia chiarezza sul rinnovo dei vertici di Cassa depositi e prestiti (in scadenza nel giugno prossimo), quella di Pasta Zara sarà un primo banco di prova di un eventuale governo Lega-M5S che dovesse nascere nelle prossime settimane? Le premesse sembrano esserci tutte.