Diamanti da investimento, il risultato non è garantito

I diamanti non sempre brillano

Che il mercato dei diamanti sia uno dei meno trasparenti al mondo è cosa nota da tempo, tanto che anche la Consob è intervenuta ancora lo scorso anno sul tema, avvertendo i risparmiatori che in alcuni casi “i prezzi di acquisto dei diamanti, determinati direttamente dal proponente, sarebbero superiori al loro valore di mercato” e che “non sarebbe, inoltre, chiaro, a causa della scarsa trasparenza delle proposte, quale parte del prezzo sia dovuta al costo effettivo del diamante e quale sia invece rappresentata dalle commissioni applicate dalle società proponenti e dagli istituti bancari al momento dell’operazione”.

Consob e Antitrust erano già intervenuti

Alcuni mesi fa è poi intervenuto l’Antitrust giudicando “gravemente ingannevoli e omissive” le modalità di offerta di diamanti da investimento da parte in particolare di due società, Intermarket Diamond Business (Idb) e Diamond private Investment (Dpi), che proponevano questo tipo di investimento anche attraverso gli sportelli di Unicredit e Banco Bpm (nel caso di Idb) e di Intesa Sanpaolo e Mps (nel caso di Dpi).

Le banche hanno avviato rimborsi

L’Antistrust aveva così deciso di multare le due società per complessivi 13,5 milioni di euro oltre che le banche coinvolte (4 milioni per Unicredit, 3,35 milioni per Banco Bpm, 3 milioni per Intesa Sanpaolo e 2 milioni per Mps), alcune delle quali (Unicredit e Intesa Sanpaolo in particolare) avrebbero già iniziato a rimborsare i clienti insoddisfatti dell’operazione.

Anche Banca d’Italia mette in guardia

L’ultima a scendere in campo è stata Banca d’Italia che in base a un documento confidenziale riservato alle banche italiane, la cui esistenza è peraltro già filtrata alla stampa essendo stata confermata da più fonti, avrebbe messo in guardia gli istituti di credito rispetto a operazioni che in alcuni casi potrebbero rivelarsi rischiose per il cliente oltre che per la reputazione stessa delle banche, potendo anche dare adito a sospetti di ingannevolezza legati all’omissione di informazioni a cui l’investitore/acquirente avrebbe diritto. In sostanza Via Nazionale sarebbe preoccupata dei possibili rischi per contenziosi legali connessi alla vendita di diamanti da investimento attraverso gli sportelli bancari.

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