Piazza Affari, si apre una settimana ricca di incognite

Mercoledì occhio alla Federal Reserve

Avvio di settimana cauto sui mercati azionari europei, in attesa che mercoledì 21 marzo la Federal Reserve si riunisca e, secondo le attese dei mercati, alzi nuovamente di un quarto di punto i tassi di interesse sul dollaro. L’attenzione degli operatori è elevata, perché la riunione si concluderà con la prima conferenza stampa del neo presidente Jerome Powell.

A Tokyo pesano gli scandali

Intanto stamane Tokyo è tornata a calare, col Nikkei225 che ha chiuso in calo dello 0,90%, complice il nuovo scandalo legato a casi di clientelismo in cui è coinvolto lo stesso premier Shinzo Abe. In giornata, inoltre, prende il via il vertice del G20 a Buenos Aires, con focus sulle criptovalute, che sembrano preoccupare sempre di più le principali autorità mondiali che potrebbero dunque emettere norme ad hoc per regolare il settore, finora cresciuto anche grazie all’assenza di regole.

Piazza Affari, clima resta incerto

Al clima di incertezza non si sottrae neppure Piazza Affari, che dopo i primi scambi vede l’indice Ftse Mib cedere lo 0,38%. Oltre ai tassi, sulla piazza di Milano pesa lo scenario politico emerso dalle elezioni dello scorso 4 marzo. L’agenzia Fitch, che pure ha confemato il rating “BBB” sul debito pubblico italiano (e l’outlook stabile) ha al riguardo ricordato che “le riforme sono a rischio”, poiché dato il risultato elettorale sarà difficile riuscire a formare “un governo stabile”.

Telecom Italia resta sotto osservazione

L’altra agenzia di rating, Moody’s, ha invece preferito rimandare l’aggiornamento del rating sovrano italiano a quando sarà più chiaro il nuovo assetto governativo. La valutazione resta dunque pari a “Baa2”, ma con outlook negativo. Tra i singoli titoli che potrebbero movimentare la settimana di Piazza Affari, attenzione a Telecom Italia, dove il fondo attivista Elliot Management ha superato il 5% e chiesto un Cda indipendente che permetta di “migliorare la governance e la performance di Telecom”, puntando il dito contro la gestione dell’azionista di controllo (col 24%) Vivendi.

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