Anche a Ubs piace il trading elettronico di bond corporate

Ubs tentata dal trading elettronico

Ubs Group è pronta a saltare sul treno del trading elettronico nel tentativo di rafforzare il proprio business nel trading di bond corporate negli Stati Uniti. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg segnalando come l’istituto elvetico stia testando un programma che prezzerà e incrocerà alcuni ordini ricevuti da parte del suo bond desk, dove transitano solitamente ordini di minori dimensioni.

Un mercato da oltre 8 triliardi di dollari

Ubs ha di recente assunto Gokul Chebiyam, in precedenza fondatore di una startup che ha sviluppato un programma di trading automatizzato di corporate bond, come parte del suo team di trading su titoli di credito investment grade. Ubs è solo l’ultimo istituto a cercare di modernizzare il mercato del credito corporate che vale nel complesso oltre 8 triliardi di dollari, in gran parte gestito tramite operatori che scambiano ordini tramite telefono o servizi di messaggistica istantanea.

Le grendi banche puntano sugli algoritmi

Altri intermediari che sono intenzionati ad andare in direzione di una sempre maggiore automatizzazione deglis cambi sono Morgan Stanley e Goldman Sachs Group. L’idea che un algoritmo possa prezzare meglio un bond di un trader umano è intrigante ma per nulla scontata, visto che a determinare il prezzo sono molte differenti variabili.

Non tutte le transazioni sono uguali

Un algoritmo può utilizzare tuttavia una serie di varibili come input (come monitorare tutte le emissioni di una stessa azienda, i benchmark e la liquidità di ciascuna emissione), calcolando tramite esse il miglior prezzo di scambio. Tuttavia per gli scambi di bond su grande scala la sensibilità e l’esperienza dell’intermediario umano sembrano poter ancora fare la differenza rispetto alle macchine.

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