Contenere la volatilità con gli ETF: missione possibile

Contenuto tratto da www.bluerating.com

Il 2018 ha proposto a sorpresa il ritorno della volatilità sui mercati finanziari. Dopo un intero 2017 nel quale non si è assistito ad alcun episodio di volatilità, lo scorso febbraio i mercati hanno vissuto un sussulto in corrispondenza di alcune avvisaglie di un ritorno di fiamma dell’inflazione negli Stati Uniti. Allarme presto rientrato, ma purtuttavia un richiamo importante per investitori e consulenti finanziari a fare i conti con un aspetto congenito dei mercati finanziari: la presenza di fasi in cui il nervosismo spinge i corsi azionari verso il basso anche in un arco di tempo limitato.

Esistono comunque degli strumenti che permettono di proteggersi, o di mantenere un’esposizione al mercato azionario nel lungo periodo (anche in ottica di asset allocation), con una maggiore dose di tranquillità.
Tra questi un ruolo emergente è coperto dagli ETF Minimum Volatility, una particolare categoria di ETF smart beta che hanno l’obiettivo di ridurre il rischio di un portafoglio attraverso la selezione di azioni a bassa volatilità, quelli cioè che storicamente si muovono al rialzo o al ribasso con più moderazione. Si tratta di ETF che definiscono, attraverso modelli multifattoriali, un paniere di titoli a bassa volatilità, con vincoli di natura geografica e settoriale che li renda non troppo dissimili dall’indice di origine.
Una strategia che ha dimostrato di funzionare: evidenze empiriche mostrano come, su orizzonti temporali di medio-lungo termine, portafogli con titoli poco volatili abbiano prodotto rendimenti aggiustati per il rischio superiori rispetto a portafogli con titoli molto volatili.
“Le strategie fattoriali e in generale l’indicizzazione basata su indici non tradizionali  – spiega Marco Tabanella, ‎Head of Wealth/Retail Segment iShares Italy – consentono di isolare componenti diversificate di alfa a cui accedere non più attraverso gestori attivi, ma direttamente e in modo efficiente tramite ETF. Gli ETF smart beta si pongono, in un certo senso, a metà strada tra gestione attiva e passiva tradizionale e testimoniano un’evoluzione del contributo positivo della gestione passiva al processo di costruzione di portafoglio e di asset allocation”.
Per affrontare condizioni di mercato variabili, l’innovazione proposta dagli emittenti di ETF, propone anche una strada ulteriore. “In passato – prosegue Tabanella – i singoli fattori sono stati utilizzati nella gestione attiva per generare Alfa e adesso assumono importanza crescente nell’ambito della gestione indicizzata. Essendo i fattori spiegati da ragioni diverse, la loro ciclicità implica anche il beneficio di combinare più fattori quali value, quality, size e momentum in una soluzione unica definita multifactor e volta a generare rendimento sul lungo periodo nelle diverse condizioni di mercato. Utilizzando un prodotto multifactor posso quindi diversificare i rischi, come durante fasi recessive in cui ad esempio le azioni value sono destinate a soffrire e i titoli quality, con fondamentali più solidi, possono proteggere dalle perdite. I fattori hanno storicamente esibito correlazioni ridotte, se non negative, rendendo le strategie multifactor una soluzione con potenziale di performance in diverse condizioni di mercato”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!