Invesco: il dollaro può perdere ulteriore terreno, puntate sull’euro

Invesco: pare venuto meno il rischio deflazione

I rischi di deflazione si sono ormai quasi del tutto dissipati nelle principali economie mondiali e gli esperti di Invesco suggeriscono di regolarsi opportunamente per quanto riguarda gli investimenti di natura valutaria. In particolare, secondo gli esperti, il dollaro continua ad essere da sottopesare, l’euro da sovrapesare, mentre yen, reminbi e sterlina vengono giudicate “neutre” anche se nel caso della valuta britannica si suggerisce un leggero sovrappeso contro dollaro e contro euro.

Ulteriori cali in vista per il dollaro

Il biglietto verde, in particolare, secondo gli esperti di Invesco dovrebbe continuare a deprezzarsi, in scia alla crescita dell’economia mondiale e alla convergenza delle politiche monetarie seguite dalle banche centrali (ormai orientate alla riduzione degli stimoli monetari introdotti negli ultimi anni, ndr). Per il 2018 gli analisti continuano a prevedere in tutto tre rialzi dei tassi ufficiali Usa, ma avvertono che c’è il rischio di un quarto aumento se l’inflazione dovesse accelerare.

L’euro può salire ulteriormente

In parallelo l’euro dovrebbe ulteriormente rafforzarsi sul dollaro: le maggiori economie mondiali sembrano infatti nelle fasi iniziali di un periodo di inflazione globale, con un passaggio da un rischio deflattivo a uno scenari più bilanciato. Resta comunque possibile un momentaneo storno dell’euro, pur inserito in un trend rialzista di lungo periodo.

Yen in gran forma, ma va monitorato

Per quanto riguarda infine lo yen, che da inizio anno ha sovraperformato rispetto alle altre valute del G-10, un trend che potrebbe continuare se vi fosse un’ulteriore escalation della retorica americana sui temi protezionistici o ulteriori sanzioni alla Russia da parte dei paesi occidentali. Da monitorare anche l’evolversi del quadro politico interno, con lo scandalo che ha coinvolto il premier Shinzo Abe e il suo ministro delle finanze Taro Aso (le due menti dietro la “Abeconomics”) che potrebbe portare a una crisi di governo e alla fine della stessa Abeconomics, ipotesi che rafforzerebbe ulteriormente lo yen. Un eccessivo apprezzamento dello yen non è tuttavia gradito al governo e alle aziende giapponesi.

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