Italia: in assenza di un nuovo goveno i mercati corrono

Crisi politica italiana non trova soluzione

Le settimane passano, ma dalle elezioni del 4 marzo scorso ad oggi (46 giorni trascorsi, contro un’attesa media tra le elezioni e la proclamazione di un nuovo governo che per la repubblica italiana è storicamente di 51 giorni) non si è riusciti a trovare alcuna intesa per formare un nuovo governo, né sembra esservi una soluzione all’orizzonte, eppure i mercati finanziari italiani continuano a recuperare terreno, ignorando totalmente la crisi politica in atto nel paese.

Sino a fine mese empasse non si sbloccherà

Dopo due giri di consultazioni il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito alla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati (esponente del centrodestra), un mandato esplorativo che se avrà esito negativo sarà seguito da un secondo mandato esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico (M5S). Per molti osservatori l’empasse è destinato a non sciogliersi prima del doppio turno elettorale regionale in Molise (domenica 22 aprile) e Friuli Venezia Giulia (domenica 29 aprile).

Piazza Affari corre, Btp stringono spread su Bund

Ciò nonostante a Piazza Affari il Ftse Mib, che il 2 marzo aveva chiuso a 21.912 punti, con stamattina si è riportato sopra quota 23.766, con un guadagno di circa l’8,5%. In parallelo lo spread Btp-Bund a dieci anni da 134,2 punti base si è portato sui minimi dall’agosto 2016 scivolando a 118 punti base, pari ad un restringimento di 16,2 punti base, ovvero il 12% rispetto ai valori pre-elezioni.

Meglio Gentiloni depotenziato che governo populista

Un andamento che qualcuno a Piazza Affari spiega con l’avversione che il mercato avrebbe per l’implementazione delle proposte populiste portate avanti in campagna elettorale dai partiti politici italiani. Se questa è l’intonazione del mercato, commentano alcuni broker, meglio sarebbe continuare ad avere un governo Gentiloni in carica solo per la gestione corrente, senza alcun nuovo governo che nella pienezza dei suoi poteri possa provare a disfare quel minimo di riforme strutturali che i governi italiani hanno abbozzato, tardivamente e in modo incompleto, in questi anni.

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