Fondi, così investono i private banker e i gestori di portafoglio

Contenuto tratto da www.bluerating.com

Natixis Investment Managers ha svolto un’indagine tra 200 fund buyer a livello globale, responsabili della selezione dei fondi all’interno di private bank, assicurazioni, fondi di fondi e altre piattaforme retail. Se alcuni investitori si sono fatti sorprendere dalle turbolenze dei mercati all’inizio del 2018, i fund buyer si attendevano da tempo un aumento della volatilità. Quasi otto fund buyer su dieci (78%) affermano di essere rimasti sorpresi dal fatto che la volatilità sia rimasta a livelli bassi così a lungo e circa la metà di loro (49%) cita tra le principali preoccupazioni per il 2018 proprio l’incremento di volatilità sui prezzi degli asset. Tuttavia, gli intervistati non sono concordi sull’impatto della volatilità sui loro portafogli, con il 39% che vede l’aumento della volatilità come un rischio, mentre il 38% si attende un effetto positivo sulle performance.

Dall’indagine è emerso, inoltre, che i fund buyer preferiscono ricorrere alla gestione attiva e, poiché il 78% degli investitori individuali a livello globale vogliono che i loro investimenti siano allineati ai loro valori personali, i professionisti stanno iniziando a guardare i benefici degli investimenti ESGsia in termini di dell’alpha che di gestione del rischio.

 

“La divergenza di opinioni sull’impatto che la volatilità avrà sui portafogli può essere interpretato in due modi”, afferma Matthew Shafer, head of Wholesale diNatixis Investment Managers (nella foto a destra). “Il giudizio negativo deriva probabilmente dal fatto che dopo un lungo periodo di crescita solida, siamo in attesa di una correzione che riporterà i prezzi a livelli più normali. Tuttavia, guardando al lato positivo, l’incremento della volatilità potrebbe rivelarsi un segnale di elevata dispersione dei ritorni e quindi un maggiore potenziale per la generazione di alpha. È interessante evidenziare che, qualunque sia l’interpretazione, la maggioranza dei fund buyer si sta rivolgendo alla gestione attiva per diversificare i propri portafogli, mitigare il rischio e incrementare i ritorni”.

MODELLARE LE STRATEGIE DI PORTAFOGLIO SULLA BASE DI UNA NUOVA REALTÀ – I fund buyer possono anche non concordare sull’impatto della volatilità sui loro portafogli, ma oltre otto intervistati su 10 (82%) sono convinti che, se le strategie di investimento saranno modellate per soddisfare una nuova realtà di mercato, il loro target di ritorno medio dell’8,4% sia realisticamente ottenibile nel 2018. Tra le strategie più popolari utilizzate dai fund buyer per gestire il rischio vi sono la diversificazione del portafoglio (91%), il risk budgeting (80%) e l’incremento nell’utilizzo degli alternativi (75%). Due professionisti su dieci (42%) affermano che gestiranno la duration per mitigare le principali perdite dei portafogli obbligazionari. Tuttavia, tre fund buyer su dieci (62%) dichiarano che il reddito fisso non ricoprirà il tradizionale ruolo di gestione del rischio ancora a lungo, con il 20% dei professionisti che aumenterà il ricorso a investimenti alternativi e il 18% che ha ridotto l’esposizione complessiva all’obbligazionario.

“I risultati dell’indagine”, dichiara Antonio Bottino (nella foto a sinistra), managing director di Natixis Investment Managers in Italia, “suggeriscono che i fund buyer abbiano maggiori probabilità di effettuare spostamenti direzionali, piuttosto che effettuare cambiamenti nell’allocazione wholesale. Sul comparto obbligazionario cercheranno di ridurre la duration e implementare gli investimenti alternativi per aumentare il reddito. Sull’azionario, stiamo vedendo una preferenza verso i titoli europei e quelli dei paesi emergenti. In termini di investimenti alternativi, i professionisti si stanno rivolgendo al private equity per generare alpha e gestire la volatilità con coperture e managed futures. I fund buyer ritengono che nel lungo termine il valore possa essere generato da una gestione attiva implementata attraverso un’ampia gamma di strategie”.

 

ESG: UN DIFFERENTE VALORE DI INVESTIMENTO – I fund buyer vedono un’opportunità anche nell’ambito ESG, così da rispondere alle preferenze del 78% degli investitori individuali in tutto il mondo, i quali affermano di volere che i loro investimenti siano allineati ai loro valori personali, e del 72% di investitori che afferma di volere che i propri investimenti siano socialmente responsabili.Tuttavia, i fund buyer riportano che gli ESG potrebbero non ottenere il riconoscimento che meritano e solo quattro professionisti su dieci (40%) dichiarano che i fattori ESG sono integrati nei processi di investimento delle loro società. Alcuni degli ostacoli percepiti che impediscono l’implementazione degli ESG sono la mancanza di trasparenza (42%), i conflitti tra i rendimenti a breve termine e gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine e il potenziale impatto ambientale di società che vendono investimenti come fossero ESG ma che non rispettano gli standard (37%).

“Questi risultati sono abbastanza eclatanti e non possono essere ignorati. L’industria nel suo complesso deve essere vigile sul green-washing e assicurarsi che gli investitori aderiscano effettivamente a investimenti e impatti dichiarati dai prodotti ESG. I cosiddetti prodotti di investimento responsabile sono oggi numerosi, per questo motivo sono necessari maggiore trasparenza, standard ed etichette. Questo aiuterà a fornire agli investitori le informazioni di cui necessitano e i prodotti sostenibili che richiedono, quelli che si attengono realmente ai principi ESG, che soddisfino chiari standard e che misurino l’impatto” spiega Matthew Shafer. “Gli investitori si dicono preoccupati da questioni che vanno oltre i dati di bilancio e vogliono inserire in portafoglio aziende che riflettano le loro convinzioni. Questo è particolarmente importante in un momento in cui il tema ESG è al punto di inflessione dove gli investitori cominciano a vedere molto beneficio sia in termini di produzione di alpha sia in termini di gestione del rischio. La maggioranza degli investitori istituzionali (il 59% e il 45% dei fund buyer concorda) ritiene infatti che vi sia alpha nelle pratiche ESG e il 56% (il 45% dei fund buyer concorda) ritiene che investire secondo criteri ESG attenui i rischi”.

 

IMPLEMENTAZIONE DI INVESTIMENTI ALTERNATIVI – I fund buyers stanno cercando in modo crescente di diversificare il rischio di portafoglio e il 70% crede che sia fondamentale utilizzare gli investimenti alternativi a tal fine:

  • tre su cinque (65%) credono che le asset class tradizionali sono troppo correlate per essere identificate come fonti distintive di rendimento;
  • un range di strategie alternative può aiutare a diversificare ulteriormente il portafoglio, con il 52% che si rivolge ai managed futures, quasi la metà dei professionisti (47%) guarda alle commodities, il 44% alle strategie global macro, il 43% alle infrastrutture, il 38% al private equity;
  • anticipando la maggiore volatilità dei mercati, la metà dei fund buyer interpellati (51%) ha indicato il potenziale delle strategie azionarie con copertura per assorbire gli shock dei mercati, mentre il 36% ha affermato che le strategie managed futures sono adatte a un contesto di mercato sempre più volatile.

Le strategie alternative non sono comunque utilizzate soltanto per diversificare i portafogli. Oltre un terzo dei fund buyer vede negli investimenti alternativi uno strumento efficace per generare alpha:

  • quasi tre su cinque (58%) riferiscono che per la generazione di rendimento la loro organizzazione utilizza sempre più spesso strategie alternative in sostituzione del reddito fisso, con una netta preferenza per il settore immobiliare (52%);
  • quattro su dieci ritengono che le infrastrutture siano adatte a conseguire gli obiettivi di rendimento, mentre più di un terzo (35%) considera il private debt un efficace veicolo di generazione di performance;
  • oltre la metà (58%) ha individuato nel private equity una strategia efficace per generare rendimenti più elevati, mentre un terzo (31%) ha evidenziato anche il private debt.

“I fund buyer si trovano di fronte a una serie di obiettivi di portafoglio il cui raggiungimento è reso difficile dall’attuale contesto di mercato: generare performance in un contesto a basso rendimento, ottenere alpha con correlazioni sono elevate, minimizzare gli effetti della volatilità o migliorare la diversificazione complessiva. Per rispondere a queste sfide gli investitori professionali preferiscono affidarsi a una gestione attiva e aumentare le loro capacità tramite gli investimenti alternativi”, ha commentato Shafer.

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