Caron (Morgan Stanley IM): “Le scommesse vincenti con i bond”

Contenuto tratto da www.bluerating.com

All’attenuarsi dei benefici dei programmi di allentamento quantitativo aumentano i rischi di correlazione. Ecco come muoversi nel mondo delle obbligazioni secondo Jim Caron (nella foto), gestore del fondo Global Fixed Income Opportunities di Morgan Stanley IM e membro senior del team fixed income. Il fondo è un obbligazionario globale a gestione attiva.

Come va inteso l’investimento in obbligazioni nel 2018?

Quest’anno ci saranno più opportunità idiosincratiche rispetto a quelle sistematiche. Rimaniamo positivi nei confronti delle obbligazioni ad alto rendimento ma dobbiamo essere molto più specifici sui settori. Quando pensiamo ad alcuni dei fattori chiave del 2018 dobbiamo guardare alle politiche e alle regolamentazioni. Riguardo agli Stati Uniti i due elementi propulsori sono la riforma delle tasse e quella normativa. La prima può portare a un vero cambiamento aziendale con un incremento di investimenti nel business. Sul fronte normativo invece nel 2017 l’attuale amministrazione Usa ha dato forte impulso al processo di deregolamentazione dei mercati, portando un forte vento in poppa per i prezzi delle attività. Ora non ci resta che raccoglierne i frutti e passare a una fase di effettiva trasformazione.

Ci saranno risultati positivi quindi secondo voi?


Sì, con diverse opportunità da cogliere nel corso dell’anno, riducendo la volatilità e mantenendo un livello di rendimenti interessante. Ora è inevitabile guardare al comportamento della Fed e
alle dinamiche dei prezzi, e di conseguenza all’inflazione. Un rischio è che le previsioni di crescita possano essere un po’ in calo, ovvero del 2,1% nel 2019 contro un 2,5% nel 2018. Tuttavia tutto dipenderà dalle politiche e dal processo di deregolamentazione: è questo il rischio del mercato rialzista. In generale non sarà
un percorso rettilineo e ci sarà parecchia volatilità. Dobbiamo essere strategici in termini di posizionamento all’interno dei sotto-settori e delle tempistiche. Vedo opportunità in arrivo provenienti dai fondamentali economici e dai nostri posizionamenti.

Quali settori ne beneficeranno?

Innanzitutto bisogna avere un approccio globale agli investimenti. Più nello specifico però puntiamo sui mercati emergenti, sui mutui non garantiti, sul mercato investment grade. Tutte queste classi di attivo sono per noi estremamente accattivanti ma molto dipende dal riuscire a posizionarsi sulle aree giuste. Per esempio, noi siamo concentrati
su alto rendimento, energia, finanziari investment grade. Sui mutui non garantiti, in particolare, le fondamenta sono ancora molto solide. I prezzi domestici si stanno rivalutando, i tassi di insoluti si stanno riducendo: questa è una classe di attivo che ha ancora fondamenti tecnici e di base. el fondo, comunque, il patrimonio può essere investito in valute diverse e pertanto i movimenti dei tassi di cambio possono influire sul valore delle posizioni. Inoltre, il valore degli investimenti può risentire delle fluttuazioni dei tassi di cambio tra la valuta di riferimento dell’investitore e la valuta di riferimento degli investimenti.

Come è cambiato il mercato obbligazionario dopo la crisi? Dopo la crisi finanziaria globale,
e a seguito del QE, il numero di obbligazioni sul mercato è stato importante, mentre l’ammontare di liquidità è calato. È impossibile accedere alle obbligazioni e negoziarle come in passato. Il clima è cambiato per questo. Credo che gli asset manager globali di media dimensione come noi siano in grado di creare alpha facendo affidamento a investimenti, ripeto, idiosincratici. Noi quest’anno stiamo iniziando ad allontanarci dalla crescita gestita per andare verso quella organica. Inoltre in questa fase è bene ricordare che il valore delle obbligazioni tende a diminuire in caso di aumento dei tassi d’interesse e viceversa.

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