Pasta Zara chiede concordato, pesa crisi banche popolari venete

Pasta Zara chiede concordato preventivo

Le vicende che hanno travolto Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca continuano a impattare sull’economia reale italiana: il produttore trevigiano Pasta Zara, che aveva chiuso il 2017 con una perdita di 25,7 milioni, anche ad una svalutazione da 9 milioni di euro delle partecipazioni nelle due popolari venete, a fronte di un patrimonio netto crollato a 77,3 milioni e di un debito finanziario netto di quasi 200 milioni, ha chiesto al Tribunale della Marca di essere ammessa al concordato preventivo.

Minibond, saltata la cedola di marzo

La decisione fa seguito al mancato pagamento, lo scorso 31 marzo, della cedola semestrale sul minibond da 5 milioni di euro (cedola 6,5%, scadenza marzo 2020) quotato all’ExtraMot Pro. Il 28 febbraio scorso gli obbligazionisti, riuniti in assemblea su richiesta di Finanziaria Internazionale Investments Sgr, gestore del Fondo Minibond Pmi Italia (detentore di 400 mila euro del minibond di cui aveva inizialmente sottoscritto 1,5 milioni) non avevano acconsentito alla richiesta di stand-still sul debito sino al prossimo 30 giugno avanzata da Pasta Zara.

Obbligazionisti vogliono essere coinvolti

La società ha poi precisato che nella stessa assemblea gli obbligazionisti hanno chiarito di voler essere coinvolti nelle trattative col ceto bancario, partecipando poi ad una riunione plenaria con le banche del 16 marzo scorso nella quale è stata esposta la manovra finanziaria di ristrutturazione dell’indebitamento, “nell’ambito di una prospettica ipotesi di procedimento di accordo di ristrutturazione ex art. 182 bis LF” e al termine della quale “è stata formulata la richiesta di stand-still e moratoria sino al 30 giugno 2018”.

Salta il covenant tra debito e patrimonio

Finora le banche creditrici hanno concesso un primo accordo di stand-still con scadenza 31 marzo e proseguono le trattative per trovare una soluzione a una situazione che ha portato Pasta Zara a sforare ampiamente il covenant finanziario relativo al rapporto tra posizione finanziaria netta (ossia l’indebitamento netto) e patrimonio netto (per cui era fissato un massimo di 1,80 volte), rispetto ad una situazione al 30 giugno 2017 in cui il rapporto era risultato pari a 1,55 volte.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!