Moody’s: rating sovrano Italia a rischio senza riforme per tagliare debito

Moody’s mette rating Italia sotto osservazione

Il precipitare della crisi politica italiana non poteva mancare di produrre danni collaterali: l’agenzia di rating Moody’s, che venerdì sera aveva già messo il rating sovrano italiano sotto osservazione per un possibile downgrade, ha avvertito che lo taglierà qualora arrivasse alla conclusione che “qualunque governo emerga” dalle prossime elezioni anticipate dovesse sostenere “politiche insufficienti a mettere il rapporto debito/Pil su una traiettoria sostenibile e discendente”.

Senza calo del debito rischio downgrade

L’agenzia nota anche come “la mancata articolazione di un’agenda di riforme strutturali immediata e credibile” che potesse avere “ripercussioni negative sulle prospettive di crescita dell’economia italiana su basi sostenute” e “sarebbe ugualmente negativa per il rating”. Senza riforme strutturali non si può crescere in modo sostenibile, ma le forze politiche italiane paiono tutto meno che intenzionate a proporle, come è emerso con chiarezza dal “contratto di governo” che Lega e M5S (che pure i sondaggi indicano in ulteriore crescita) avevano siglato prima che il tentativo di dar vita a un governo gialloverde abortisse.

Spread Btp-Bund oltre il 3% non accadeva dal 2013

Immediata e negativa la reazione dello spread Btp-Bund, che balza sopra il 3% (con un massimo intraday al 3,26% per ora), livelli che non si vedevano più dal maggio 2013, mentre l’euro cala a 1,154 contro dollaro per il rischio che la crisi italiana possa contagiare altri paesi periferici europei mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della valuta unica. Quanto accade sui mercati, commenta il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco “è grave, ma non vi sono giustificazioni se non emotive”. A pagare lo scotto maggiore a Piazza Affari continuano ad essere i titoli bancari, da sempre considerati una “proxy” dei titoli di stato visto la rilevante esposizione agli stessi.

Titoli finanziari a picco a Piazza Affari

Così prima di mezzogiorno Banco Bpm è sospesa al ribazzo a -6,4%, Bper Banca perde il 6,4%, Intesa Sanpaolo segna -5,4%, Mediobanca è sospesa al ribasso a -4,7%, Ubi Banca cade del 6,7%, mentre Unicredit lascia sul terreno il 5,5%. Tra i titoli minori Mps arretra del 5,6% dopo una sospensione al ribasso, il Credito Valtellinese sprofonda a -10,5% e il Credito Emiliano perde il 4,2%. Altre perdite consistenti toccano a Banca Generali (-6,7%), Generali (-4,4%), Poste Italiane (-4,8%), Leonardo (-4%) e Unipol (-3,9%). Unica blue chip in rialzo Stmicroelectronics (+0,26%), mentre Saipem (-0,11%) che prova a contenere i danni.

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