Yu’e Bao, il più grande fondo monetario del mondo

Contenuto tratto da www.bluerating.com

Cosa succederebbe se Amazon si facesse una banca e magari si mettesse a proporre e gestire fondi d’investimento? È una domanda che ricorre con sempre più frequenza e sulla quale gli esperti di tecnologia applicata alla finanza stanno proponendo i più diversi scenari. La risposta però esiste già. Basta spostarsi in Asia e per la precisione in Cina, paese che ha ormai assunto il ruolo di leader in numerose aree dell’innovazione.

BORSELLINI VIRTUALI –Qui quattro anni fa Alibaba, la principale piattaforma di e-commerce cinese, ha concesso agli utenti del suo servizio
di pagamento Alipay la possibilità di investire la liquidità inutilizzata presente sui loro borsellini virtuali in un fondo monetario. Nella pratica in tale fondo viene investita la liquidità presente sui conti accesi per effettuare acquisti online o nei negozi tramite smartphone.

Ora, si uniscano le dimensioni del mercato cinese con la predisposizione dei locali verso i pagamenti via mobile (in Cina gli utenti di pagamenti in mobilità sono oltre 400 milioni contro i poco meno di 100milioni di Stati Uniti ed Europa messi insieme) e si otterrà Yu’e Bao (traducibile in “il tesoro dei resti”), ossia il più grande fondo monetario del mondo, con 370 milioni di investitori e 230 miliardi di dollari di asset in gestione a fine 2017. Da solo il fondo rappresenta circa un quarto dell’intero mercato monetario cinese, stimato come il più grande del mondo. Ripetiamo: il tutto in quattro anni. Come è stato possibile?

RENDIMENTI FINO AL 6% – Il successo di Yu’e Bao è effetto diretto del boom presso i cinesi dei pagamenti via mobile. L’anno scorso, secondo Barclays, l’app Alipay è stata utilizzata per effettuare acquisti per 8.700 miliardi
di dollari. Un terzo dei cinesi la usano per gli acquisti sul sito di e-commerce Alibaba e per pagare qualsiasi cosa: dal caffè al fast food, fino all’affitto. L’altro punto di attrazione del fondo è, in maniera forse banale, il rendimento. Nei primissimi anni di vita il fondo è arrivato a rendere anche fino al 6%, molto al di sopra dei tassi offerti dai depositi bancari o del 3,6%offerto dai titoli di stato decennali cinesi. Così il Financial Times ha raccontato i casi di persone che hanno tolto i loro soldi dal conto in banca per investirli nel fondo, mentre il Wall Street Journal ha riportato casi di cinesi che hanno destinato anche il 20% o il 30% del loro stipendio al fondo. Alla base di tutto c’è Ant Financial, l’affiliata di Alibaba attiva nei servizi di pagamento, che al suo interno contiene la già citata Alipay, ma anche Tianhong Asset Management, la società che si occupa della gestione del fondo.

Rivolto ai soli investitori privati, Yu’e
Bao investe principalmente in certificati di deposito emessi dalle banche cinesi (possedute o partecipate dallo Stato), in parte in bond governativi, in obbligazioni bancarie e in altri titoli di credito.
La massa d’investitori del fondo permette a Tianhong di spuntare migliori condizioni con le banche emittenti dei certificati
in cui il fondo investe, spiegando così i buoni rendimenti.

INTERVENTO DEL GOVERNO – Tuttavia la struttura del fondo sta sollevando diversi interrogativi, a partire da quelli sugli asset in portafoglio.
Nel resto del mondo i fondi monetari investono in via prioritaria in titoli di
stato, dotati di un mercato secondario
e sovente di un rating molto più alto (il rating delle banche cinesi è cappato ad A+, pari al rating della Cina, n.d.r.). Inoltre gli asset del fondo hanno una scadenza media piuttosto elevata, pari a 60 giorni. Secondo alcuni osservatori, in caso di riscatti di massa magari a seguito di una crisi di mercato, si potrebbe assistere a problemi di liquidità e, date le dimensioni del fondo, a una destabilizzazione dell’intero sistema finanziario.
A fine 2017 è così intervenuto il
governo di Pechino che, per arginare la tumultuosa crescita del fondo, ha deciso di limitare a 20mila yuan (circa 3mila euro) l’ammontare massimo investibile giornalmente nel fondo. Un successo sufficiente perché, a migliaia di chilometri di distanza dal cuore di Alibaba, non si possano ignorare le possibili mosse future del suo equivalente occidentale.

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!