Soluzione crisi Italia decisiva per futuro Eurozona

Crisi italiana evidenzia limiti Eurozona

La “minicrisi di panico” scatenata negli ultimi giorni sui mercati dall’Italia “ricorda ancora una volta le irrisolte lacune strutturali dell’Eurozona”. A sottolinearlo non sono politici ed economisti “no euro”, ma gli esperti di Neuberger Berman, che in una nota sottolineano come l’episodio “ha riportato alla ribalta il fatto che l’Eurozona è affetta da impedimenti strutturali in grado di costituire rischi sistemici”. Rischi, aggiungono gliesperti, che politici e investitori hanno cercato di ignorare da quando sei anni fa Mario Draghi pronunciò il suo impegno a fare “tutto quanto sarà necessario”.

Italia riflette al suo interno le stesse contraddizioni

La verità, secondo gli uomini di Neuberger Berman, è che “le reazioni dei mercati ignorano le difficoltà dell’Italia che costituiscono un microcosmo delle difficoltà dell’Eurozona nel suo complesso”. L’Italia è un paese ricco, con un settore delle esportazioni in forte espansione, “ma la sua ricchezza e le realtà che creano tale ricchezza sono concentrate al Nord, il cui senso di solidarietà nei confronti del Meridione non è dei più caldi”. “Al Sud, una popolazione sempre più vecchia, povera e sottoccupata ha dovuto affrontare una gravosa crisi immigratoria, potendo contare solo su una debole struttura pubblica come unica risorsa” aggiungono gli analisti.

Solidarietà fiscale non piace al Nord Europa

L’adesione all’euro “ha tolto ai paesi colpiti da un rallentamento della crescita (come l’Italia) il tradizionale pulsante del “reset” economico: la svalutazione della moneta”. Servirebbe dunque una riforma dell’Eurozona, “ma i ricchi paesi esportatori dell’eurozona settentrionale ostacolano la solidarietà fiscale necessaria per aiutare l’Italia a ritornare alla crescita in assenza dell’opzione della svalutazione”. “Parliamoci chiaro: dal 2012 in poi sia l’Europa che l’Italia hanno compiuto passi avanti”, aggiungono gli esperti, che notano tuttavia come buona parte dei miglioramenti e l’assenza di palesi rischi sistemici sono da ricondurre all’attuale contesto di crescita interna ed estera.

Italia sarà punto di stress massimo per progetto Eurozona

“La riforma strutturale dell’Eurozona si è rivelata difficile persino negli ultimi sei anni di discreto bel tempo. Ma se in cielo dovessero ritornare nuvoloni economici pieni di pioggia, sarà molto più difficile sistemare il tetto o ignorarne i buchi”. Due le conclusioni che si possono trarre dalla vicenda secondo Neuberger Berman: primo, il rischio sistemico intrinseco nell’inadeguatezza strutturale dell’Eurozona “può rimanere sopito a lungo, ma non deve essere ignorato”; secondo, Mario Draghi e la Bce “avranno ottimi motivi per eccedere con la cautela, quando inizieranno a programmare un restringimento della politica monetaria”. L’Italia secondo gli analisti rappresenta “il punto di massimo stress” per l’Eurozona e il suo futuro: come verrà risolta la situazione attuale “rappresenterà nel lungo termine la discriminante del successo” (o meno, ndr) dell’Eurozona.

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