Creval e Unicredit proseguono con le pulizie di bilancio

Creval cede sofferenze

E’ ancora tempo di pulizia di bilancio per le banche italiane: se ieri il Credito Valtellinese (Creval) ha perfezionato la cessione di un portafoglio di sofferenze da 1,6 miliardi di euro nominali assistite da garanzia Gacs spuntando un prezzo pari a circa il 32% del gross book value, anche Unicredit potrebbe a breve cedere un un portafoglio da 2 miliardi di euro di Npl “secured” (ossia assistiti da garanzie).

Unicredit avvia due ulteriori cessioni

In questo caso l’operazione, che sarebbe già stata avviata, si affiancherebbe a quella di analogo importo avviata nelle scorse settimane dall’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier e relative a crediti “unsecured”. Entrambe le operazioni dovrebbero chiudersi entro il prossimo autunno a prezzi che in particolare per i crediti “secured” dovrebbero risultare “interessanti” secondo fonti di mercato.

PwC: entro fine anno ceduti 70 miliardi di Npl

Intanto secondo le analisi di PwC le banche italiane dopo aver chiuso il 2017 con 94 miliardi di inadempienze probabli (Utp) contro i 117 miliardi di un anno prima, 165 miliardi di Npl (da 200 miliardi) e 5 miliardi di scaduti (da 7 miliardi a fine 2016), dovrebbero ridurre di altri 70 miliardi i crediti deteriorati nel corso del 2018, da un lato approfittando del forte interesse che il mercato dovrebbe mantenere verso tali attivi anche nei prossimi anni, dall’altro subendo la spinta a ridurre ulteriormente l’esposizione a tali asset a rischio a seguito dell’entrata in vigore di nuove regole contabili e delle richieste della Bce.

Piace il modello della challanger bank

In questo scenario secondo PwC un ruolo di sempre maggior rilievo potrebbe assumere il modello della “challanger bank” verso cui si stanno orientando alcuni operatori come Guber Banca, ma anche Spaxs (la Spac promossa dall’ex numero uno di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, che ha già annunciato una business combination con Banca Interprovinciale) e probabilmente la Spac promossa dall’ex numero uno di BpVi e Mps, Fabrizio Viola, e forse la Rnk Srl di un altro ex top banker come Roberto Nicastro (già general manager di Unicredit e poi presidente delle quattro “bridge bank” nate dalla risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara).

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