Dazi: dopo la paura le borse rimbalzano

Trump sempre più minaccioso sui dazi

Mentre Donald Trump continua a flettere i muscoli minacciando di portare non a 200 ma a 400 miliardi di dollari il controvalore delle merci che potrebbero essere colpite da un dazio del 10% (dopo che già un elenco di merci per il valore di 50 miliardi è stato colpito da un dazio del 25%), di fatto imponendo dazi su quasi tutto l’inport dalla Cina (equivalente a circa 505 miliardi di dollari l’anno), altri paesi stanno muovendosi per garantirsi l’accesso reciproco ai rispettivi mercati.

Nuove alleanze commerciali per Asia e Ue

Dopo che già undici paesi asiatici avevano firmato in marzo un accordo commerciale (inizialmente noto come TPP o Trans-Pacific Partnership, ora come CPTPP, ossia Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership) a cui Trump aveva deciso di non far aderire gli Stati Uniti, per rimuovere dazi e tariffe protezionistiche, ora è l’Unione europea a far partire negoziati per arrivare a un trattato di libero scambio con l’Australia (già tra i firmatari del CPTPP).

Borse in recupero dopo il tonfo di ieri

Il mercantilismo dell’amministrazione Trump potrebbe dunque produrre un risultato opposto a quello sperato: non una maggiore apertura verso le merci e i servizi americani, bensì un maggior isolamento degli Usa dal resto del mondo e una rinnovata spinta alla globalizzazione e al libero scambio in tutti gli altri paesi e aree economiche. Per il momento le borse restano a guardare e dopo i diffusi cali di ieri provano a recuperare terreno, con Tokyo in rialzo dell’1,24%, Hong Kong che ha chiuso a +1,06%, Shanghai in rialzo dell’1,09%, mentre in Europa la giornata si apre col segno positivo a Piazza Affari al pari di Londra, Madrid e Francoforte.

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