Spread ai minimi dal 2009 tra i titoli decennali italiani e greci

Spread tra Btp e decennali greci si riduce

Grecia e Italia mai così vicine, dal 2009, in termini di spread che i rispettivi titoli pagano contro i Bund tedeschi. Una notizia che se per Atene è positiva per Roma fa scattare ulteriori campanelli d’allarme. Ieri sera l’Eurogruppo ha deciso, a sorpresa, di consentire alla Grecia di posticipare di 10 anni il pagamento dei 110 miliardi di euro di prestiti ricevuti dal fondo salva-Stati Efsf, estendendo di ulteriori 10 anni il “periodo di grazia”.

Eurogruppo allunga debito di Atene

I 15 miliardi della tranche di aiuti finale daranno ad Atene un buffer di capitale che coprirà tutti i bisogni finanziari del prossimo anno. La Grecia in otto anni ha ottenuto in tutto 273 miliardi di euro di aiuti, attraverso tre successivi programmi l’ultimo dei quali scadrà formalmente il 20 agosto prossimo. Anche se il comunicato ufficiale parla di una Grecia che “lascia il programma di aiuti con un’economia più forte, ottenuta grazie alle riforme”, il debito di Atene è in realtà pari ormai al 180% del Pil che dopo una lunghissima recessione è tornato a crescere solo lo scorso anno (+1,4%).

Sull’Italia pesano posizioni euroscettiche

Così il fatto che lo spread tra i titoli decennali greci e tedeschi si sia ridotto dopo l’annuncio di 25 punti base (al 3,67%) a fronte di un rendimento del decennale di Atene del 4%, mentre lo spread tra Btp e Bund oscilla stamane poco sopra il 2,33% con un rendimento del 2,69% dovrebbe far riflettere sui danni prodotti dall’incertezza politica italiana e dalle posizioni apertamente “euroscettiche” di molti esponenti di Lega e M5S.

Atene paga solo l’1,31% in più di Roma

Atene paga infatti solo l’1,31% in più di Roma sui propri titoli di stato decennali, cosa che non si verificava dal 2009, mentre i Btp italiani rendono ormai non solo più di quelli spagnoli (stamane attorno all’1,34% di rendimento), ma anche a quelli del Portogallo (1,83%). Il 2 marzo scorso i titoli spagnoli rendeveno l’1,77%, quelli portoghesi il 2,45% e quelli italiani il 2,30%.

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