Opec alza produzione, ma petrolio tocca nuovi record sul mercato

Opec trova accordo, rialza produzione

Alla fine l’Opec è riuscito a trovare un compromesso sull’innalzamento dei tetti alla produzione petrolifera dei suoi aderenti. Formalmente l’accordo è sull’innalzamento di 1 milione di barili al giorno della produzione, di fatto solo 600 mila barili in più (circa lo 0,5% della produzione mondiale) arriveranno ogni giorno sul mercato dato che alcuni paesi Opec come Venezuela e Iran sono nuovamente stati colpiti da sanzioni e non sono quindi in grado di alzare la propria produzione, mentre il Messico sta da tempo registrando un calo a lungo termine.

Un milione di barili di petrolio al giorno in più

Dopo la notizia i future sul petrolio accelerano al rialzo, con quello sul Wti texano indicato sopra i 67,65 dollari al barile, mentre quello sul Brent del Mare del Nord si riporta sui 75 dollari al barile, in entrambi i casi toccando i massimi dal 2014. A Piazza Affari ne beneficiano i titoli del comparto come Eni (in rialzo del 2,55% appena sotto i 15,55 euro per azione a metà pomeriggio), Saipem (+4,3% a 3,82 euro) e Tenaris (+4,1% a 15,58 euro), anche se, commentano alcuni operatori, la mossa dell’Opec, fortemente sponsorizzata dall’Arabia Saudita, dovrebbe servire a raffreddare a medio termine il rialzo delle quotazioni del greggio.

Anche la Russia contribuirà all’obiettivo, il dollaro scivola

La Russia e altri paesi non-Opec che sinora hanno limitato la propria produzione in accordo col cartello di Vienna dovrebbero a loro volta contribuire a rialzare l’offerta, così da raggiungere complessivamente il milione di barili giornalieri in più che auspicava Rhiad. L’Opec dovrebbe poi valutare se aggiustare ulteriormente o meno la produzione nella riunione di settembre. Sul mercato dei cambi il dollaro perde leggermente terreno contro l’euro, con la valuta unica europea che viene indicata al momento a 1,165 contro il biglietto verde, rispetto ad un minimo dell’ultimo mese di 1,151 toccato solo ieri complici le continue tensioni sul fronte commerciale.

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