Rendimenti in calo per i Btp in asta
Tutti gli occhi degli investitori a reddito fisso erano puntati stamane sull’asta dei titoli di stato italiani e medio e lungo termine, che per fortuna hanno registrato un buon gradimento, con tassi che tornano a ridursi leggermente rispetto alle aste di un mese fa. In particolare, secondo quanto riferisce Banca d’Italia, il Btp a 5 anni (scadenza marzo 2023) è stato assegnato per 2 miliardi (il massimo previsto) con un rendimento lordo pari all’1,82% annuo, in calo di ben 50 punti base rispetto all’asta precedente.
Buona domanda per Btp a 5 anni, meno per Btp a 10 anni
Appena discreta la domanda, pari a 1,34 volte l’offerta (il minimo dal luglio dello scorso anno). Per quanto riguarda il Btp a 10 anni (scadenza febbraio 2028) anche in questo caso sono stati assegnati 2,5 miliardi pari al massimo previsto, con tassi in calo di 23 punti base al 2,77% lordo annuo. In questo caso il rapporto di copertura è stato ancora meno confortante, con una domanda pari a 1,26 volte l’offerta. Infine il CctEu a 7 anni (scadenza settembre 2025) ha visto un rendimento lordo iniziale dell’1,67%, in calo di 33 punti base. Discreta in questo caso la domanda, con un rapporto di copertura peri a 1,3 volte.
Spread contro Bund in moderato allargamento
Dopo l’esito delle aste lo spread Btp-Bund a 10 anni oscilla poco sopra i livelli della vigilia, sul 2,505%, col rendimento del decennale guida italiano che si riporta sul 2,82%, indebolendosi comunque molto meno dei titoli decennali francesi e spagnoli che oggi vedono risalire lo spread contro Bund rispettivamente allo 0,389% e all’1,045%, mentre i titoli portoghesi limitano i danni con uno spread che sale all’1,524%. Sui mercati obbligazionari europei continua infatti a pesare l’esito dell’eurovertice di Bruxelles che dovrebbe provare a varare importanti riforme per l’eurozona ma che potrebbe naufragare su un tema chiave come quello dell’immigrazione dove la cancelliera tedesca Angela Merkel rischia di giocarsi la carriera politica.