State Street Global Markets: da Bce nessuna sorpresa, inflazione lontana dal 2%

Bce: nessuna nuova, come previsto

Tutto fermo oggi dopo il meeting della Bce, sia sul fronte del QE che dei tassi, ma anche delle view sull’andamento dell’economia nel vecchio continente. Commentando la “non notizia” Timothy Graf, responsabile macro strategy per l’area Emea di State Street Global Markets sottolinea come avendo offerto “una significativa guidance politica e di vasta portata” nel meeting precedente, la Bce “non ha avuto bisogno agitare i tranquilli mercati estivi”.

State Street Global Markets: inflazione resta lontana dal 2%

Nonostante stia diventando sempre più chiaro che i deludenti dati del primo trimestre avessero un carattere temporaneo e che la crescita sia ancora solida, aggiunge l’esperto di State Street Global Markets, “l’inflazione è lontana dal proprio target del 2% e le prospettive per l’Eurozona sono leggermente offuscate dal possibile incremento delle barriere commerciali. In questo contesto, la cautela mostrata in merito alla normalizzazione della politica monetaria sembra più che giustificata. I mercati valutari e dei cambi faranno fatica ad allontanarsi da quello che era un risultato ampiamente atteso”.

Rialzo tassi resta possibile dopo l’estate 2019

E’ d’accordo col collega anche Antoine Lesné, responsabile strategia e ricerca Emea di Spdr Etfs, che ricorda come per questo mese “non erano previsti grandi cambiamenti. I rischi di downside per la crescita erano già stati messi in evidenza il mese scorso, quando la Bce aveva annunciato la fine del proprio programma di acquisto di asset”. Secondo l’esperto i dati deludenti sull’inflazione “core” di giugno potrebbero causare lo slittamento del primo rialzo dei tassi previsto, “ma l’estate 2019 rimane ben posizionata, poiché i dati sottostanti, come quelli relativi ai salari, suggeriscono un’accelerazione dell’inflazione”. Lesné non prevede comunque “ingenti movimenti di mercato in risposta alla decisione di oggi” e suggerisce come la recente performance dell’euro rispetto al dollaro “potrebbe rimanere stabile”.

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