Cir (De Benedetti): solo da Kos segnali positivi, ancora deboli Sogefi e Gedi

Cir, qualche segnale positivo da Kos

L’estate 2018 porta qualche segnale positivo per il gruppo De Benedetti, ma anche la conferma di almeno un paio di problemi. Prima le buone notizie: il secondo trimestre ha visto un trend migliore delle attese per Kos (che ormai rappresenta il 43% del Nav di Cir) grazie alle acquisizioni degli ultimi mesi, con un fatturato in crescita del 12% su base annua (+3% su base annua, il resto da acquisizioni) a 136 milioni di euro, un Ebitda in aumento del 17% a 25,3 milioni e un utile netto che sale a 9 milioni (+34%), a fronte di un indebitamento netto di 237 milioni.

Per Equita sono possibili ulteriori acquisizioni

In base alle indicazioni fornite in call dal presidente di Cir, Rodolfo De Benedetti, Equita Sim stima “che la potenza di fuoco per ulteriori acquisizioni sia superiore a 100 milioni” (debt to Ebitda circa 4 volte), “cui aggiungere la possibile cessione degli immobili valutati 200 milioni”. La cassa netta sistema holding è pari a 329 milioni (rispetto ai 336 milioni di marzo), in linea con le attese. Il lieve calo è principalmente imputabile agli acquisti di azioni proprie effettuati nel trimestre (4 milioni) e allo sbilancio tra pagamento e incasso dividendi (6 milioni).

Sogefi e Gedi ancora sottotono

Secondo gli analisti è poco significativo l’utile netto, cresciuto del 16% a 15,4 milioni, “essendo in buona parte derivante dal risultato pro-quota delle 2 controllate quotate Sogefi e Gedi i cui risultati sono già noti”. Proprio da Sogefi e Gedi, tuttavia, vengono le note dolenti: da inizio anno se Cir cede circa l’11%, Sogefi è in rosso di circa il 47% (di cui un -21,5% solo nell’ultima settimana), mentre Gedi perde addirittura più del 51% (-6,5% nelle ultime 5 sedute di borsa).

Qualche spunto dalla conference call

Tra gli spunti emersi dalla conference call di Cir: il focus resta sullo sviluppo di Kos e Sogefi, mentre ora non c’è nessuna nuova diversificazione all’orizzonte. Manca una chiara indicazione sul destino delle azioni proprie (salite al 18,3% del capitale), in particolare se verranno utilizzate per qualche futura partnership o semplicemente cancellate. Nel complesso, insomma, quest’estate rischia di essere ben poco memorabile per i De Benedetti.

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