Turchia torna al centro del mirino in attesa di nuove misure economiche

Turchia, la lira torna a cedere

Il ritorno alla piena attività dei trader anche in America dopo la pausa legata alle vacanze estive pesa sulla lira turca, che oggi torna a cedere quasi il 5% contro dollaro e con la volatilità implicita a un mese della valuta turca (una misura della variazione positiva o negativa che ci si attende da parte dei cambi) rimbalzata di oltre il 40% rispetto ai livelli di venerdì scorso, dopo il calo registrato nelle ultime due settimane.

Si attende il varo di nuove misure

Nel corso del fine settimana non sono del resto arrivati annunci concreti di riforma di alcun tipo e questo lascia gli investitori alla finestra a fronte del perdurare di una prospettiva di politiche fiscali espansive, inflazione a doppia cifra percentuale e ulteriori esigenze di rifinanziamenti dall’estero, tutti elementi che giocano contro la divisa turca.

Per Societe Generale tassi dovranno salire

Secondo gli esperti di Societe Generale per cercare di stabilizzare la situazione la banca centrale turca, che da aprile ha già alzato i tassi di un 5%, dovrebbe alzarli almeno di un ulteriore 6%, misura che il presidente Recep Tayyip Erdogan osteggia in ogni modo avendo già dichiarato che l’attuale turbolenza è conseguenza di una “guerra finanziaria” scatenata contro il paese da Washington.

Pesano anche sanzioni Usa

Il mese scorso, infatti, gli Usa hanno varato sanzioni contro il paese per protestare contro la detenzione di un cittadino americano (il pastore protestante Andrew Brunson) accusato di aver avuto un ruolo nel fallito “golpe” dello scorso anno che ha fornito a Erdogan il pretesto per accentuare ulteriormente il proprio controllo sulla Turchia. Nel frattempo anche le prospettive economiche del paese vanno deteriorandosi.

Jp Morgan Chase taglia le stime sul Pil

Jp Morgan Chase ha ad esempio rivisto al ribasso le proprie attese di crescita del Pil turco nel 2019 da +2,8% a solo +1,1%, citando “condizioni finanziarie in peggioramento e maggiori tensioni sulla liquidità”. Azioni coordinate da parte delle autorità turche “potrebbero consentire alla Turchia un “soft landing” una volta che il ribilanciamento fosse raggiunto, con danni collaterali nel complesso limitati” secondo gli esperti, ma finché tali misure non verranno varate gli investitori verosimilmente continueranno ad alleggerire le posizioni.

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