Banca Carige: giovedì rinnovo Cda ma titolo resta immobile in borsa

Banca Carige, calma prima della tempesta?

L’assemblea per il rinnovo del Cda di Banca Carige è fissata per giovedì prossimo (20 settembre), eppure in borsa il titolo della banca ligure non si schioda da 0,87 centesimi per azione. Salvo clamorosi colpi di scena, infatti, si va verso la vittoria dell’azionista di maggioranza relativa, il gruppo Malacalza, salito in questi giorni al 27,55% grazie all’acquisto fuori mercato di un blocco da oltre il 3% di capitale, blocco che dovrebbe essere stato ceduto da Sga (la “bad bank” che inizialmente era socia con il 5,4%).

Il problema dell’autorizzazione di Banca d’Italia

Il fronte degli oppositori di Malacalza, i “pattisti” Raffaele Mincione, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli, sono ufficialmente tuttora fermi al 15,98% (più uno 0,7% dei piccoli azionisti che si sono schierati a loro favore), anche se hanno fatto sapere di essere pronti a salire di almeno un altro 2%. Il problema è che, non avendo chiesto per tempo l’autorizzazione a Banca d’Italia, ora dovranno correre per poter votare con più del 9,99% di capitale, soglia entro la quale Via Nazionale li ha congelati in attesa dell’invio della richiesta di autorizzazione.

Malacalza vuole che Tribunale inibisca voto pattisti

Non solo: Malacalza continua a chiedere al Tribunale di Genova (che doveva decidere sabato ma ha preferito rinviare la decisione a inizio settimana) che venga loro totalmente inibita la possibilità di votare per il rinnovo del Cda per cui l’imprenditore piacentino propone Pietro Modiano (ex Intesa Sanpaolo ed ex Unicredit) come candidato presidente, l’economista Lucrezia Reichlin come suo vice e il banchiere Fabio Innocenzi (numero uno di Ubs Italia dopo esperienze ai vertici di Pioneer Investments, gruppo Unicredit, Cassa di Risparmio del Veneto e gruppo Intesa Sanpaolo) come nuovo amministratore delegato.

Il 48% del capitale non si è ancora schierato ufficialmente

Dulcis in fundo: Assogestioni ha presentato una lista di minoranza con Angelo Busani, Sonia Peron e Giulio Gallazzi, raccogliendo da subito il sostegno dei fondi di Arca, Eurizon, Fideuram, Interfund, Alleanza, Mediolanum e Anthilia (circa il 2,9% del capitale di Banca Carige). A questi, secondo voci che circolano in ambienti finanziari a Milano, si potrebbero aggiungere i voti di grandi investitori esteri come BlackRock (0,6%), Dimensional Fund (0,4%) e Charles Schwab (0,22%) per un totale tra il 3% e il 5% del capitale. Certo, ancora deve schierarsi circa il 48% del capitale, ma se non ci saranno sorprese clamorose dalla raccolta deleghe, la vittoria di Malacalza sembra vicina e con essa l’ennesimo avvicendamento, il quarto in poco più di tre anni, ai vertici dell’istituto ligure.

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