Magneti Marelli: offerta KKR non soddisfa Fca
Fiat Chrysler Automobiles (Fca) ancora in moderato rialzo a Piazza Affari, dopo che ieri si è diffusa la notizia, tuttora priva di conferme ufficiali, che il gruppo avrebbe respinto l’offerta da 5 miliardi di euro presentata per Magneti Marelli dal fondo KRK, ritenendola troppo bassa (Fca partiva da una valutazione di 6 miliardi, ndr).
Si cercano altri acquirenti o sbarco in borsa
Le trattative con KKR non sono ancora concluse formalmente, ma Fca starebbe già valutando possibili offerte alternative che potrebbero giungere ad esempio dall’Asia, senza del tutto escludere l’eventualità di uno scorporo e conseguente quotazione di Magneti Marelli “stand alone”. Quest’ultima ipotesi sembra essere la favorita dai sindacati, contrari alla cessione di Magneti Marelli e favorevole invece allo scorporo come già deliberato dal Cda del gruppo.
Sui listini pesa escalation tensioni Usa-Cina
Nel frattempo sui listini asiatici ma anche su quelli europei tornano ad affacciarsi timori di possibili ripercussioni per l’economia mondiale conseguenti al clima sempre più conflittuale tra Stati Uniti e Cina, cosa che potrebbe avere impatti anche sull’eventuale sbarco in borsa di Magneti Marelli, dopo che nella notte Donald Trump ha annunciato come previsto altri 200 miliardi di dollari di dazi sulle merci cinesi. Rispetto ad annunci passati, il provvedimento è apparso dettagliato e preciso e secondo gli analisti potrebbe non essere più un semplice elemento di pressione nei confronti di Pechino.
Guerra commerciale potrebbe pesare su crescita mondiale
In particolare, dal 24 settembre prossimo entreranno in vigore tariffe doganali del 10%, che dal primo gennaio del prossimo anno saliranno al 25%. Se Pechino dovesse rispondere con ritorsioni, il totale delle importazioni colpite dai dazi salirà da 200 a 467 miliardi di dollari, pari praticamente all’intero import dalla Cina. Un’ipotesi che non sembra questa volta poter fermare Pechino che ha già annunciato di non poter fare altro che applicare a sua volta tariffe di ritorsione. Il rischio di una guerra commerciale è dunque sempre più concreto, con possibili ripercussioni negative per tutto il commercio mondiale.