Neuberger Berman: 2018, anno delle divergenze

Perchè il 2018 è l’anno delle divergenze

Se il 2017 era apparso come l’anno delle convergenze, nel corso del 2018 la divergenza a livello economico si è tradotta in una divergenza tra le diverse asset class e anche all’interno delle stesse. Lo segnala Erik Knutzen, Chief investment officer – multi-asset class di Neuberger Berman che sottolinea come non si tratti “di divergenze misurabili in pochi punti base”: mercati esposti agli stessi rischi, che di norma presentano correlazioni parecchio elevate, hanno registrato rapidi sviluppi in direzioni completamente opposte.

Divergenze notevoli ma non immotivate

“Si tratta di divergenze così notevoli che gli investitori dovrebbero chiedersi se costituiscano opportunità relative value rilevanti o se invece rappresentino segnali di più profondi cambiamenti strutturali dell’economia, destinati a un’ulteriore evoluzione” aggiunge il gestore. Storicamente, si tratta di scostamenti notevoli, ma “possiamo inquadrarli in una qualche logica, dal punto di vista dei fondamentali? Sicuramente sì” sostiene l’esperto ricordando come dall’inizio dell’anno “i dati economici degli Usa (fiducia di aziende e consumatori, tasso di occupazione) si mantengono positivi” e dall’Europa “giungono segnali simili, mentre il mondo emergente ha perso terreno”.

Nuova politica fiscale Usa ha accentuato divergenze

Le nuove politiche fiscali statunitensi hanno accentuato notevolmente tali divergenze, alimentando l’aspettativa di un rialzo dei tassi di interesse che, a sua volta, ha rafforzato ulteriormente il dollaro. Per le economie del mondo emergente che devono gestire un debito delle partite correnti finanziato con titoli denominati in dollari, un rafforzamento del dollaro, ricordsa il gestore di Neuberger Berman, causa difficoltà e più il biglietto verde si rafforza, più gli investitori temono il contagio nei confronti dei mercati emergenti che si trovano più esposti finanziariamente. Il ridimensionamento del bilancio della Federal Reserve e i disaccordi che ancora aleggiano sugli scambi commerciali globali hanno rappresentato un ulteriore fattore avverso per i mercati emergenti, che sono particolarmente sensibili ai flussi globali di capitali e merci.

Questo ciclo è diverso da quelli precedenti

In tale scenario la sovraperformance delle azioni e delle obbligazioni societarie statunitensi, da un lato, e la sottoperformance delle azioni, delle obbligazioni e delle valute dei mercati emergenti, dall’altro, non risultano sorprendenti, per quanto notevoli. Più insolita pare la superiorità dei titoli growth in questa fase apparentemente matura del ciclo economico: tuttavia, non è difficile riscontrare perché alcuni aspetti di questo ciclo siano diversi. La crescita globale resta modesta, nonostante la durata del periodo di espansione, mentre inflazione e tassi di interesse restano bassi. Pertanto, le società che prospettano una crescita degli utili sostenibilmente elevata e presentano valutazioni meno sensibili al tasso di sconto possono ancora presentare un premio.

Divergenze potrebbero proseguire a lungo

Inoltre, un decennio caratterizzato da tassi ridotti ha consentito a numerose società zombie, clinicamente morte, di essere mantenute artificialmente in vita. Ma la fiducia degli investitori value ritornerà una volta che l’aumento dei tassi di interesse avrà ripulito il mercato da queste trappole di valore. Le divergenze sono dunque spiegabili, ma c’è una cosa , che ogni investitore deve sapere di queste tendenze ed è questa: possono durare molto più a lungo del previsto. Ciascuno dei driver fondamentali che le alimenta potrebbe persistere, se non addirittura intensificarsi, nel breve termine anche perché potrebbero essere segnali di un riallineamento strutturale dell’economia globale.

Sui tecnologici divergenze prossime ad esaurirsi?

“I trend demografici, gli stimoli fiscali negli Stati Uniti combinati alle dure prese di posizione in materia di commercio estero e la sensazione sempre più forte che solamente poche solide società nel settore tecnologico potrebbero presentare margini unici in questo nuovo contesto mondiale, caratterizzato da una lenta crescita economica”. Ciò detto, conclude l’esperto di Neuberger Berman, persino le modifiche strutturali ci spingono in direzione di un nuovo equilibrio, anziché di un eterno squilibrio. “Ci sono buoni motivi per cui gli investitori prudenti mirano ad acquistare a prezzi bassi e a vendere ai massimi, ribilanciando periodicamente i portafogli”. In particolare guardando le ultime due settimane dei mercati emergenti e dei titoli tecnologici, “pare che in alcuni mercati l’”anno delle divergenze” stia giungendo al termine”. Sarà così?

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