Generali stabile in borsa nonostante voci interesse per Ingosstrakh

Generali non commenta voci russe

Tutto tace in casa Generali, dopo che ieri si erano diffuse voci, rilanciate dall’agenzia russa Interfax, di un possibile incremento dal 38,45% al 55% circa della partecipazione nel capitale di Ingosstrakh, una delle principali compagnie assicurative e riassicurative russe che si ritiene nella sfera degli interessi personali dell’oligarca Oleg Deripaska (già vicino a Boris Eltisn e poi a Vladimir Putin e socio direttamente al 10% nell’assicuratore russo).

Per Interfax soci Ingosstrakh in manovra

Da Trieste non è giunto alcun commento alle ipotesi che si basano sul passaggio di mano, avvenuto in realtà giusto un mese or sono, di una quota pari al 16% di Ingosstrakh, da Pavel Ezubov (socio di lunga data oltre che cugino di Deripaska) ad altri due uomini d’affari russi, Alexey Konovalov e Andrey Panov. L’ipotesi a cui fanno riferimento le fonti citate da Interfax è che l’operazione possa essere solo un passaggio di un più ampio rassetto, che porterebbe Generali ad acquistare la partecipazione ottenendo così il controllo della compagnia.

Il problema delle sanzioni Usa

La cautela con cui da Trieste sembrano voler guardare alla vicenda è spiegabile, secondo alcuni operatori, col fatto che Deripaska è tra gli oligarchi inseriti nella lista nera compilata dall’amministrazione Trump la scorsa primavera, così come tutte le sue imprese. Prima di qualunque operazione è dunque verosimile che Generali o qualsiasi altro acquirente voglia assincerarsi non solo che il prezzo pagato sia corretto (si parla di una valutazione per il 100% di Ingosstrakh di 1 miliardo di euro) ma che ci sia il via libera da parte degli Usa, per evitare di finire con l’essere soggetti alle sanzioni americane.

A novembre il nuovo piano del Leone

Sebbene Philippe Donnet abbia già annunciato che il nuovo piano industriale che sarà presentato a novembre sarà basato su una strategia “molto diversa” da quella seguita finora e in particolare su una “espansione profittevole” e “una profonda trasformazione” del gruppo di Trieste, il rafforzamento del gruppo italiano in Russia non sembra dunque imminente. Così il titolo a Piazza Affari si conferma anche stamane poco sopra il 15 euro, all’incirca sugli stessi valori a cui oscillava un anno fa.

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