Ubs: rumore politico cresce, attenzione al ritorno del nazionalismo

Ubs: il rumore politico sta aumentando

Il volume del rumore politico è aumentato, ma in generale i mercati continuano a non curarsene, anche se alcuni eventi specifici potrebbero generare volatilità a breve termine. Lo segnalano gli esperti di Ubs WM nell’ultima edizione di “Mercati e Strategie”. Nel breve periodo secondo gli analisti gli investitori si concentreranno su temi quali le dispute commerciali, i negoziati per la Brexit, la legge di bilancio in Italia, le elezioni di metà mandato negli Usa e le elezioni in Brasile.

Per ora rischio guerra commerciale è limitato

“Non siamo ancora arrivati allo scoppio di una guerra commerciale (intesa come un calo dei volumi degli scambi globali in proporzione al Pil mondiale in termini reali). Tuttavia, i rischi in questo senso sono aumentati a seguito delle continue minacce provenienti da Washington”. Un’ulteriore escalation finirebbe per isolare gli Stati Uniti dal sistema commerciale globale, mentre il resto del mondo continuerebbe a scambiare merci e servizi nel quadro del diritto internazionale.

Un autunno denso di incognite

Nell’ambito del divorzio tra Regno Unito e Ue, a novembre dovrebbe tenersi un vertice dei capi di stato e di governo. La ratifica di un eventuale accordo farebbe aumentare l’incertezza. A ottobre l’Italia deve inviare la bozza della legge di bilancio alla Commissione Ue. Lo scenario più probabile (al 70%) indica come l’incertezza politica possa avere una forte eco mediatica, ma un impatto relativamente limitato sui mercati finanziari, “che sembrano aver sviluppato una certa immunità su questo fronte”. L’indagine Mueller in corso negli Usa, ad esempio, colpirebbe i mercati finanziari solo se fosse ritenuta in grado di influenzare le politiche governative.

Vittoria dei Democratici alla Camera non preoccupa

Per ora le famiglie americane non hanno risentito in modo particolare delle mosse protezionistiche. I dazi statunitensi varati finora non hanno inciso sul volume complessivo dei flussi commerciali globali. Il passo dalla protezione del commercio a una guerra commerciale imporrebbe una tassa più evidente sui consumatori statunitensi. Lo scenario di riferimento per le elezioni di medio termine americane consiste in una maggioranza democratica alla Camera dei Rappresentanti, ma non al Senato. Questa situazione porterebbe alla paralisi delle decisioni di governo e sfocerebbe in un approfondimento dell’indagine nei confronti di Donald Trump: “non ci aspettiamo conseguenze di rilievo per i mercati” concludono gli uomini di Ubs WM.

Brexit: accordo possibile ma incertezza su ratifica

Nel loro scenario di riferimento, aggiungono gli esperti di Ubs, “verrà raggiunto un accordo per la separazione del Regno Unito dall’Unione europea (Ue); tuttavia, l’obbligo di ratifica da parte del Parlamento britannico accresce l’incertezza”. Le recenti turbolenze sui mercati turchi sono per lo più di natura locale. I collegamenti della Turchia con l’economia globale non sono abbastanza stretti da scatenare ripercussioni sull’attività economica mondiale. Tuttavia, questa situazione mette in luce i rischi corsi da altri paesi emergenti fragili con un elevato disavanzo delle partite correnti, che dipendono in larga misura dai finanziamenti esteri, quali Sudafrica, Argentina e Indonesia.

Attenti ai movimenti “single issue” e al nazionalismo risorgente

Ad uno scenario più positivo che veda il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro per la manodopera poco qualificata tradursi in aumenti salariali più rapidi, riducendo così le disuguaglianze in termini di redditi e consumi ed un costo delle misure protezionistiche diventa più evidente per i cittadini americani a causa delle reazioni delle imprese e il governo fa marcia indietro sul suo programma isolazionista, viene assegnata una probabilità di solo il 10%. Leggermente superiore (il 20%) è la probabilità di uno scenario negativo, contraddistinto da movimenti politici che puntano su una sola questione (“single issue”) e da social media che fomentano le spinte nazionalistiche.

Rischi  legati all’avanzata del populismo

In quest’ultima ipotesi se i partiti tradizionali non riuscissero a soddisfare le richieste di importanti gruppi di elettori, i risultati politici sarebbero sempre meno prevedibili, poiché i sondaggi non offrirebbero indicazioni attendibili e vi sarebbe il rischio che prosegua l’escalation delle misure protezionistiche. Il tenore di vita dei cittadini a più basso reddito risentirebbe delle politiche populiste e del rincaro dei prezzi, esacerbando a sua volta le spinte verso cambiamenti drastici e imprevedibili.

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