Btp: cresce spread coi Bund, mentre la curva italiana tende ad appiattirsi

Investitori escono da Btp, si rifugiano nei Bund

La crisi che rischia di aprirsi sui conti pubblici tra Italia e Ue fa ripartire il “fly to quality” con investitori che riducono l’esposizione ai titoli di stato italiani e parcheggiano la liquidità sui Bund, contribuendo ad ampliare ulteriormente lo spread di rendimento tra i due emittenti sovrani. Il Btp decennale guida oggi vede il rendimento salire al 3,40%, livello che non si vedeva dall’aprile del 2014 e che supera il 3,3% indicato come target del movimento ribassista di breve da alcuni analisti nei giorni scorsi.

Aumenta lo spread tra decennali italini e tedeschi

In parallelo si rafforza il Bund decennale guida, il cui rendimento cala allo 0,43%, per cui lo spread tra i due titoli si porta al sale al 2,97% punti base, sui massimi dal luglio del 2013. Dal minimo dell’1,72% toccato il 18 aprile scorso ad oggi, il rendimento del Btp italiano è già salito dell’1,68% determinando un maggior onere in termini di interessi sul debito pubblico pari a circa 6,7 miliardi di euro nei prossimi 12 mesi.

La curva dei tassi italiana si va appiattendo

Si riduce inoltre il differenziale di rendimento tra i titoli a 10 anni e a 2 anni, per effetto dell’aumento di 22 punti base di quest’ultimo, all’1,50%: il differenziale 10-2 anni è ora pari all’1,9%, confermando così il progressivo appiattimento della curva. Un segnale pericoloso, perché la storia recente mostra come tendenzialmente una curva dei rendimenti piatta o, peggio, invertita (tassi a breve superiori ai tassi a lunga scadenza) indichi l’avvicinarsi di una nuova fase recessiva.

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