Dws: incertezza politica italiana crea tensione sui mercati

Tensioni su bilancio innervosiranno mercati a lungo

Le contrattazioni sulla manovra di bilancio pubblico italiano continuano: il governo italiano, segnala Stefan Kreuzkamp, Cio di Dws, “si è già discostato” dall’idea iniziale pertanto è prevedibile che le tensioni sui mercati obbligazionari perdurino, ma che non vi sia nessun default e nessuna uscita dall’Eurozona nel prossimo futuro dell’Italia e che il ruolo delle agenzie di rating sarà determinante. Per settimane il ministro delle finanze Giovanni Tria ha inviato messaggi rassicuranti, aggiunge l’esperto di Dws, e sulla base di ciò, i mercati erano stati indotti a prevedere un obiettivo di disavanzo pari a circa l’1,6% del Prodotto interno lordo (Pil) per il 2019, potenzialmente seguito da un ulteriore consolidamento fiscale negli anni successivi.

Le giravolte del governo di Roma

Ciò sarebbe stato ampiamente in linea con gli impegni dell’Italia nei confronti dei suoi partner europei e piuttosto ragionevole. Dopo tutto, l’Italia ha già accumulato debito pubblico di poco più del 130% del Pil” nota Kreuzkamp, invece l’Italia ha proposto un deficit/Pil del 2,4% non per uno ma per tre anni. Sebbene le regole vogliono che tutti gli stati membri puntino a raggiungere un obiettivo di debito/Pil del 60%, non sempre le politiche fiscali sono state coerenti con tale obiettivo formale, né sono state rare le occasioni in cui la Commissione Ue ha adottato un criterio di giudizio piuttosto lasco nei confronti dei principali partner europei. Visto dal punto di vista dell’elettorato italiano, tuttavia, le cose sono abbastanza diverse e lo scetticismo verso l’Unione europea è in crescita da anni.

Italiani stanchi di austerità

Ciò che è indubitabile, aggiunge l’esperto, è che “gli elettori italiani sono stanchi di austerità”. Da questo punto di vista “vale la pena notare che l’impatto cumulativo di tutte le promesse elettorali della Lega e del Movimento 5 stelle probabilmente avrebbe portato a un deficit pari al 6% del Pil”. Da quando questi timori iniziali hanno iniziato a causare nervosismi sul mercato a inizio anno, “abbiamo visto un paio di selloff in titoli italiani, di solito seguiti da toni rassicuranti da Roma e un ritorno della relativa calma di mercato, per quanto temporanea”. Sembra probabile che la storia si ripeta nelle prossime settimane e mesi. Cosa potrebbe andare storto nei prossimi mesi?

Attenzione alle agenzie di rating

Secondo l’esperto di Dws, “in ordine decrescente di probabilità, vediamo tre potenziali fonti di rischio. In primo luogo, il ruolo delle agenzie di rating in generale e di Moody’s in particolare sarà critico. Moody’s ha posto l’Italia in credit watch negativo e probabilmente rivedrà il rating entro la fine di ottobre, al più tardi. Il nostro caso base rimane un downgrade di un notch. Ciò lascerebbe l’Italia ancora un notch al di sopra del livello junk”. Vi sono tuttavia rischi di un possibile ribasso ulteriore. “In base al rumore politico che verrà da Roma nelle prossime settimane, è possibile, per quanto improbabile, che una delle agenzie di rating perda la pazienza e privi l’Italia del suo credit rating d’investimento”.

Euro debole e oro in rialzo non stupiscono

La cosa rischierebbe di avere “conseguenze potenzialmente catastrofiche”con un effetto negativo non solo sul mercato dei titoli di stato ma anche sul settore finanziario italiano e più in generale dell’Eurozona. Ma anche un downgrade limitato di Moody’s accompagnato da un outlook negativo potrebbe causare ulteriore stress sui mercati. Ciò che è chiaro, conclude l’esperto, è che l’Italia è diventata ancora più frammentata politicamente e meno governabile. Purtroppo “non sarà l’ultima volta che l’instabilità politica e dei mercati finanziari in un paese dell’Eurozona interagirà in modi potenzialmente volatili”. In questo contesto, “non c’è da meravigliarsi che l’euro si sia indebolito nei confronti del dollaro, che l’oro si sia rafforzato e che i mercati azionari e obbligazionari italiani siano destinati a rimanere sotto pressione”, almeno fino a quando la situazione non sarà più chiara.

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