Asset allocation: in Italia urgono più investimenti e meno liquidità

Alla ricerca dell’income“, è questo il titolo di una ricerca condotta tra consulenti e investitori da Invesco con CoreData Research, dalla quale emerge che gli italiani restano grandi risparmiatori ma hanno bisogno del supporto del proprio consulente per investire la grande quantità di liquidità parcheggiata sui conti correnti nel nostro Paese.

Otto italiani su dieci vogliono far crescere il loro patrimonio e capiscono che la liquidità è un’opportunità persa. Analizzando i dati della ricerca, emerge chiaro come risparmiare per la pensione sia l’obiettivo primario degli investitori (il 59%), seguito dalla creazione di un fondo per le emergenze.

Quattro investitori su 10 (41%) sentono la necessità di investire in attività che generano rendimenti più elevati. E per raggiungere questo obiettivo, nonostante le preoccupazioni legate al Covid-19, la maggior parte degli intervistati (l’83%) è disposta a investire i propri risparmi. Ma con criterio. Nello specifico, circa quattro investitori su 10 (il 43%) sentono la necessità di allocare le proprie disponibilità liquide in attività in grado di generare il cosiddetto “income”, anche alzando l’asticella del rischio. Nonostante l’elevata attitudine alla generazione di reddito, però, solo il 37% degli intervistati ha familiarità con i fondi “income”, mentre il grosso (l’85%) ha evidenziato un grande interesse verso i prodotti assicurativi.

Generare reddito è un obiettivo chiave, dato che il 53% afferma che questo è l’obiettivo più importante dei propri investimenti. Secondo il 66% dei consulenti, il timore che il reddito non venga realizzato impedisce agli investitori di fare allocation nelle strategie income.

E la sostenibilità? Resta una priorità: quasi sei consulenti su 10 sono stati spinti a prestare maggiore attenzione ai fondi Income ESG a causa della pandemia (58%) e il 73% degli investitori desidera che le proprie scelte abbiano un impatto sociale positivo.

Altro elemento molto interessante è la discrepanza tra la percezione dell’investitore e del consulente rispetto al rischio: poco meno della metà (49%) degli investitori, infatti, si classifica come tollerante al rischio, ma il dato è in netto contrasto con il punto di vista dei consulenti che dichiarano che solo un terzo degli investitori si qualifica come aventi un’elevata propensione al rischio.

Nonostante alcune posizioni divergenti emerge chiaramente che i consulenti finanziari vengono considerati essenziali per operare scelte di investimento consapevoli e informate: il 60% degli investitori considera questi professionisti la loro più importante fonte di informazioni, il 73% dichiara che le loro raccomandazioni sono fondamentali e l’80% ritiene valide le competenze specifiche rispetto alle strategie income.

Rita Schirinzi, Head of Marketing Italy di Invesco, ha affermato: “Il nostro sforzo continuo nel capire da che parte sta andando il mondo del risparmio, sia lato investitori che consulenti, rappresenta lo spirito di Invesco: comprendere a fondo, anticipare, rispondere a bisogni e necessità reali. Tra i dati raccolti, abbiamo anche rilevato il desiderio di tornare alla socialità degli eventi di persona e sono lieta di poter anticipare che il 26 ottobre partiremo con il nostro roadshow “Genesi. La ripartenza passa da te” che farà tappa in 20 città italiane”.

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