Investimenti, obbligazioni: superare le avversità con la liquidità

Dopo molti mesi di spread contenuti, il mercato del credito europeo sta tornando ad essere attrattivo per gli investimenti, ma la volatilità potrebbe tornare a crescere quando la Bce inizierà a ridurre il Quantitative Easing. Le obbligazioni societarie investment grade hanno però maggiori caratteristiche difensive rispetto ad altri asset rischiosi e nella caccia al rendimento, la liquidità potrebbe essere un asset che è stato trascurato troppo a lungo“. Ad affermarlo è Marc Rovers, Head of Euro Credit di LGIM, che di seguito illustra nel dettaglio l’outlook.

A partire dalla metà di aprile di quest’anno, i differenziali con i titoli di stato tedeschi si sono sempre attestati mediamente tra gli 82 e gli 88 punti base, ovvero attorno al 20esimo percentile del periodo compreso tra il 2006 e oggi. Ciò significa che oltre l’80% delle volte erano superiori ai livelli attuali e questo evidenzia che il valore sul mercato è ridotto. Inoltre, anche la volatilità in questi ultimi mesi è stata estremamente ridotta, come dimostra il record di 30 settimane consecutive in cui le variazioni degli spread si sono tenute al di sotto dei 3 punti base (meno dello 0,03%). Tuttavia, dalla seconda settimana di novembre abbiamo assistito a uno scostamento significativo di 20 punti, spostando la media attorno al 40esimo percentile, che inizia a rappresentare una buona opportunità di guadagno, soprattutto se si considera lo scenario di bassi rendimenti che stiamo vivendo e l’andamento di dollaro e sterlina.

Inoltre, se lo si guarda dal punto di vista del rendimento, il mercato europeo del credito appare molto più attrattivo di quanto non sia stato per la maggior parte di quest’anno, ma questo non dovrebbe sorprendere se si osserva la quantità di obbligazioni scambiate a rendimenti negativi. Durante il periodo estivo, quando i rendimenti dei Bund a 10 anni sono scesi a -0,5% e gli spread creditizi si sono ristretti a causa della mancanza di offerta e dell’acquisto in corso di obbligazioni societarie da parte della BCE: oltre la metà dell’indice aziendale era costituito da debito con rendimento negativo. Da allora questa percentuale è notevolmente diminuita a causa, in primo luogo, dell’incremento della rendita dei titoli di stato e, in secondo luogo, dalla crescita degli spread osservata a novembre. Tutto questo potrebbe far pensare a un quadro molto migliore rispetto al passato, ma è necessario tenere in considerazione anche altri elementi.

Un quadro macroeconomico più ampio – Inflazione, QE e M&A

Attualmente, l’inflazione è tenuta sotto stretta sorveglianza anche da un punto di vista politico, visto che si attesta su livelli che nell’ultima decade non erano mai stati osservati, né in Europa e nemmeno negli Stati Uniti, dove è salita a oltre il 6%. In Europa, il valore è molto più basso (di poco oltre il 4%), ma comunque superiore al valore target del 2% fissato dalla Bce. Il fatto che questa inflazione sia non solo elevata, ma anche persistente, sta monopolizzando il dibattito macroeconomico. Infatti, questo fattore contrasta fortemente con i tassi estremamente bassi e, talvolta, anche negativi, portando molti esperti a interrogarsi su quanto sia opportuno che gli istituti di credito centrali continuino con i loro programma di acquisto di titoli obbligazionari; soprattutto oggi che la politica monetaria espansiva è accompagnata da imponenti stimoli fiscali, che fanno crescere il livello del deficit delle nazioni e, quindi, il loro debito pubblico. Attualmente il Quantitative Easing della Bce fornisce una solida prova tecnica, in quanto, quando fu interrotto nella seconda metà del 2018, la volatilità aumentò e gli spread si ampliarono considerevolmente.

Un altro fattore che desta preoccupazione riguarda l’attività di “Merging & Aquisition” (M&A), che sta crescendo in tutto il mondo. I detentori di obbligazioni godono di scarse o addirittura zero tutele e il loro compenso per un eventuale LBO è ancora basso, nonostante i differenziali siano cresciuti.

A controbilanciare questa preoccupazione sono le caratteristiche difensive delle obbligazioni societarie Investment Grade a confronto con altri asset rischiosi, come dimostrato dallo storico dei draw down ratio. La tabella sottostante mostra la perdita percentuale massima durante la Grande Crisi Finanziaria del 2008 e il tempo (in mesi) necessario per recuperare questa perdita e tornare a valori positivi.

Per il mercato del credito europeo, questa natura più difensiva è ulteriormente rafforzata dalla duration relativamente ridotta che limita il rendimento negativo in caso di aumento dei tassi.

Uno sguardo al futuro – il valore della liquidità nei periodi di incertezza

Purtroppo, nessuno possiede la sfera di cristallo per prevedere cosa accadrà in futuro e l’attuale scenario di bassi rendimenti fa in modo che non si riescano a identificare asset economici. Inoltre, non essendoci una traiettoria chiara dell’inflazione, della crescita o dell’andamento dei tassi, prevedere cosa faranno i rendimenti è particolarmente complicato. Pertanto, piuttosto che sostenere una visione univoca che potrebbe rivelarsi errata, noi di LGIM preferiamo affidarci a dati che delineino i possibili scenari e la probabilità con cui si potrebbero verificare.

Per continuare a generare rendimenti positivi per i clienti, è necessario essere flessibili, imparziali e disciplinati nel nostro processo di investimento. Inoltre, in questo particolare momento riteniamo che la liquidità sia un fattore fondamentale in quanto permette di poter apportato rapidamente delle modifiche nei nostri portafogli, qualora cambiasse il nostro punto di vista. In un momento in cui “la caccia al rendimento” e la “raccolta dei premi di illiquidità” sono stati il primo pensiero e il fulcro della strategia di molti investitori, la stessa liquidità potrebbe essere diventata un asset sottovalutato.

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