Investimenti: un approccio circolare per celebrare l’Ora della Terra

Ogni anno, alle 20:30 dell’ultimo sabato di marzo, milioni di persone in tutto il mondo spengono le luci per mostrare il loro sostegno al pianeta, contribuendo ad aumentare la consapevolezza sui rischi della perdita di risorse naturali.In vista di questo evento, ecco di seguito la view di Randeep Somel, gestore del fondo M&G (Lux) Climate Solutions di M&G Investments.

Siamo sicuri che sia abbastanza?

Dall’inizio della pandemia, i consumatori hanno acquistato una maggiore quantità di prodotti dotati di tecnologia digitale, come telefoni, televisori e frigoriferi, e sono aumentate anche le vendite nel campo dell’elettronica, i cui prodotti contengono diversi metalli costosi. Nonostante sia sempre più diffusa l’idea che questi beni siano essenziali, è necessario sviluppare una maggiore consapevolezza dell’impatto che i prodotti che possediamo hanno sull’ambiente e di cosa possiamo fare per ridurre al minimo la nostra impronta di carbonio.

Inoltre, vi sono crescenti preoccupazioni circa l’attuale clima geopolitico, che potrebbe avere conseguenze negative per gli sforzi globali verso la decarbonizzazione. La questione, in rapida evoluzione, dell’approvvigionamento e del mix energetico in relazione alla guerra in Ucraina sta minando concretamente le possibilità di raggiungere le zero emissioni entro il 2050. Di conseguenza, la necessità di sostituire i combustibili fossili con fonti di energia più pulita continua a essere una priorità assoluta. Come consumatori, tutti noi possiamo fare la nostra parte nella riduzione delle emissioni di CO2 con le nostre scelte quotidiane. Un esempio cruciale verso questa direzione è rappresentato dall’integrazione nelle nostre vite delle pratiche di economia circolare, che sarà sempre più necessaria e rappresenta uno dei modi più semplici per ridurre il nostro impatto ambientale. Un approccio di questo tipo offre l’opportunità di ridurre le emissioni globali fino al 20%.

Cosa si intende con “economia circolare”?

L’economia circolare è un sistema volto all’eliminazione dei rifiuti e all’uso continuativo delle risorse. Grazie a riduzione, riutilizzo e riciclo si crea un sistema chiuso che limita da un lato la quantità di risorse necessarie e dall’altro la creazione di rifiuti, inquinamento ed emissioni di anidride carbonica. Ciò potrebbe sostituire l’approccio “take, make and waste” dei tradizionali modelli di business lineari. Da un punto di vista economico, il sistema circolare mira a mantenere in uso prodotti, attrezzature e infrastrutture più a lungo, migliorando così la produttività di queste risorse. L’invio di rifiuti in discarica ha un impatto ambientale molto elevato, mentre il riutilizzo costante delle risorse, evitando il più possibile il loro smaltimento, genera un beneficio sia per il pianeta che per le nostre finanze.

Fattore di attrazione: riciclare i prodotti, dal rame alla plastica, significa risparmiare energia evitando l’estrazione e creazione di nuovo materiale. Una ricerca di Accenture stima che l’adozione dell’economia circolare potrebbe generare 4.500 miliardi di dollari di produzione economica aggiuntiva entro il 2030. Lo studio identifica i modelli di business circolari che aiuteranno a scollegare la crescita economica dal consumo di risorse naturali, portando al contempo una maggiore competitività.

Fattore di spinta: all’inizio del mese, l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente ha approvato una risoluzione per creare il primo accordo globale sull’inquinamento da plastica. Ciò significa che ora inizieranno i lavori per definire norme giuridicamente vincolanti sui rifiuti di plastica che dovrebbero essere finalizzati entro il 2024. L’Assemblea ha sottolineato che circa 7 su 9,2 miliardi di tonnellate di plastica che si stima siano state prodotte tra il 1950 e il 2017, sono ora rifiuti. Di questi 7 miliardi, il 75% è in discarica o si è accumulato negli ecosistemi terrestri o acquatici: la maggior parte avrebbe potuto essere riciclata. L’accordo delle Nazioni Unite sull’inquinamento da plastica è un primo e importante passo per promuovere un’economia circolare e per proteggere l’ambiente.

Questo sabato, oltre a spegnere le luci, come consumatori dovremmo diventare più consapevoli di ciò che facciamo con i nostri prodotti alla fine del loro ciclo di vita e come comunità dovremmo assicurarci di disporre delle infrastrutture adeguate ad adottare un approccio circolare. Questo ci avvicinerà un po’ di più al raggiungimento dell’obiettivo di “net zero” entro il 2050.

 

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