Investimenti green: arriva la rivoluzione sulla regolamentazione

Quello degli investimenti sostenibili sembrava essere solo un trend passeggero. Tuttavia, nel 2021 sono stati raccolti 500 miliardi in fondi che tengono conto dei fattori ESG, un dato che ha consolidato i risultati già promettenti registrati nel 2020, con una crescita del 55% dei patrimoni gestiti in tali prodotti.

Ebbene, secondo Fundstore, la piattaforma di fondi online di Banca Ifigest, il 2022 sarà un ulteriore anno di svolta grazie al fatto che la Commissione Europea sta lavorando per regolamentare sempre di più il settore. In primis, si sta lavorando per definire dei provvedimenti sulla contabilità ESG, rivoluzione contabile all’insegna della sostenibilità.

Sarà così possibile misurare l’impatto ambientale e sociale delle aziende, come è avvenuto con la nascita dei principi contabili internazionali, e creare in un secondo momento uno standard comune ed uniforme; da Bruxelles si è richiesto il supporto dell’EFRAG, associazione europea che si occupa dei principi contabili internazionali.

Durante la COP 26 di Glasgow tenuta a novembre, Chiara del Prete, chair EFRAG financial reporting Teg, ha sottolineato la volontà della Commissione di colmare il Gap fra finanza e sostenibilità. Alcuni temi come quello relativo al cambiamento climatico sono già maturi, mentre per l’impatto sociale ed alcuni standard sono ancora in fase di definizione.

Altro fenomeno che va arginato è il cosiddetto “greenwashing”, con cui non ci si riferisce alla contabilità, bensì al marketing.

Le autorità di vigilanza sono in prima fila anche per la lotta ai prodotti dichiarati veri ma che poi non lo sono. La Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti e la European Securities and Markets Authority (ESMA) stanno combattendo il fenomeno, mettendo nel mirino anche i potenziali conflitti di interesse.

Sul Greenwashing è da segnalare quanto l’attivismo di ESMA punti a circoscrivere il fenomeno stringendo il cerchio, tramite la regolamentazione per chi fabbrica o colloca prodotti green in modo scorretto.

Ad esempio è fondamentale la chiarezza informativa sugli asset intangibili delle aziende, soprattutto quando si forniscono dati in tema di cambiamento climatico.

Per verificare l’impatto ambientale ad esempio sulle emissioni di CO2 bisogna focalizzarsi sul parametro Scope 3 che comprende tutte le emissioni indirette generate dalla catena del valore dell’azienda.

A fare da argine al marketing troppo verde devono essere quindi le vendite corrette degli strumenti finanziari. Anche sui rating ESG sarà necessaria la standardizzazione dei parametri e della metodologia usata.

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