I mercati azionari globali sono stati negativi in aprile sui timori di un forte rallentamento della crescita economica globale alimentato dall’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, dal conflitto russo-ucraino e da nuovi blocchi in Cina (con conseguenti ripercussioni sulle catene di approvvigionamento). Tuttavia, il vento contrario più forte continua a essere il cambiamento della politica monetaria globale (meno accomodante) guidato dalla Fed.
Il peggioramento delle condizioni di mercato si è riflesso anche in un drastico calo dell’attività sul mercato primario: in Europa, le emissioni nell’ultimo mese sono diminuite di circa il 40% rispetto allo stesso periodo del 2021. Inoltre, in termini di rifinanziamento del debito, il costo marginale è aumentato al di sopra del costo medio dei titoli Ue investment grade. Segni di stress stanno anche aumentando sul mercato dei mutui Usa: il tasso di interesse medio su un mutuo a tasso fisso a 30 anni è salito al 5,1%, il livello più alto dall’aprile 2010. L’impennata dei tassi di interesse ha poi portato a un calo della domanda.
Tuttavia il rapporto di servizio del debito delle famiglie (rapporto tra le rate del mutuo e il debito al consumo e il reddito disponibile delle famiglie) era molto basso prima della pandemia ed è sceso ulteriormente durante la pandemia grazie alle agevolazioni/incentivi fiscali. Inoltre la quantità di prestiti a tasso variabile è relativamente limitata.
“La situazione merita comunque molta attenzione data la stretta correlazione con i mercati azionari”, spiega Scauri. “Siamo in una fase in cui il paradigma sta cambiando per le banche centrali, oltre a una situazione geopolitica molto complessa (tensione crescente tra Stati Uniti e Cina, oltre al conflitto russo-ucraino), e questo aumenta il rischio di un deterioramento delle prospettive”.
Per le banche centrali è diventato fondamentale combattere l’inflazione e i mercati stanno già prezzando forti rialzi dei tassi di interesse, un elemento potenzialmente di sostegno: per quanto riguarda la Fed, le aspettative sono per tre rialzi dei tassi di interesse di 50 punti base nelle riunioni di maggio, giugno e luglio da parte del Fomc (Federal Open Market Committee).
È probabile che le banche centrali vogliano evitare di interrompere la rinnovata crescita economica ottenuta con l’allentamento della pandemia e che la politica prenderà probabilmente una piega accomodante (dovish), attraverso il controllo della curva dei rendimenti o l’equivalente di una nuova iniezione di liquidità.
“In questo contesto, riteniamo che i mercati stiano già prezzando un netto rallentamento economico, che il posizionamento sia già estremamente prudente e che le azioni siano ancora preferibili alle obbligazioni e siano la migliore copertura dell’inflazione nel lungo termine”, conclude Scauri.
L’allocation
“Nello specifico, abbiamo mantenuto in portafoglio le nostre posizioni su Atlantia e Danieli. La partecipazione in Tenaris è stata diminuita, beneficiando del grande movimento sul petrolio. Abbiamo poi mantenuto la nostra partecipazione nel settore della difesa (Leonardo), aumentando al contempo la nostra esposizione sul business della cybersecurity e ricostruendo il nostro posizionamento sul settore delle utilities, in particolare quelle esposte al business delle rinnovabili (Prysmian, Alerion, Enel). Infine, abbiamo aggiunto in portafoglio i titoli “inflation linked”, cioè Inwit e RayWay”.