Investimenti: ecco i motivi per essere ancora positivi

“Nell’attuale contesto dimercato vale ancora la pena puntare sul tech nonostante per performance del primo trimestre”. Ad affermarlo è Davide Renzulli, Head of Advisory di Columbia Threadneedle Investments, che di seguito spiega nel dettaglio le ragioni dell’affermazione.

Contesto macro

Le azioni globali sono scese nel primo trimestre a causa dell’inasprimento da parte delle banche centrali e dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha provocato un’impennata dei prezzi delle materie prime. Il settore tecnologico ha sottoperformato perché gli investitori hanno privilegiato le azioni value rispetto a quelle growth, evitando gli investimenti più rischiosi in un contesto di tensioni geopolitiche. In valuta locale, l’indice MSCI All Country World ha infatti registrato un rendimento del -4,6%, mentre l’indice MSCI World Information Technology è rimasto indietro con un rendimento del -10,1%.

Tutti i sei gruppi industriali dell’indice MSCI World Information Technology hanno chiuso in rosso. L’hardware è stato l’unico a registrare una sovraperformance relativa, con un piccolo calo a una cifra. Le apparecchiature per le comunicazioni hanno trainato moderatamente il benchmark, mentre i semiconduttori e il software sono rimasti più indietro. I servizi IT e le apparecchiature elettroniche sono stati i più deboli.

Le motivazioni per essere ancora positivi sul tech

Nonostante questo contesto, alla base della solidità dei fondamentali del settore tecnologico ci sono alcuni fattori chiave che includono: la trasformazione digitale del software, in particolare il software come servizio e il cloud computing; gli smartphone e le reti 5G, con un contenuto di chip molto più elevato; una sana domanda di elettronica di consumo; l’ascesa dello “smart everything” (o IoT), dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico; l’aumento della domanda di cybersecurity sulla scia degli attacchi ransomware; l’aumento del contenuto elettronico nelle automobili, in particolare nei veicoli elettrici; e la carenza globale di semiconduttori.

Queste sono le tendenze che guidano le nostre preferenze verso alcuni segmenti del comparto. Per fare qualche esempio, ad oggi deteniamo tra le nostre posizioni titoli come HP, che ha recentemente lanciato un’OPA su Poly con un premio del 50% rispetto al valore delle azioni; Synaptics (azienda che fornisce soluzioni basate sulla combinazione dell’interfaccia umana con IoT e AI); e GoDaddy, che gestisce una delle maggiori piattaforme cloud al mondo per aziende di piccole dimensioni.

Ma il settore a cui guardiamo con maggiore interesse è quello dei semiconduttori, che rappresentano un modo economico per riprodurre molte delle migliori tendenze secolari della tecnologia, tra cui il cloud, la quantità di potenza di calcolo nel cloud, lo storage necessario nei data center cloud, la memoria per la virtualizzazione e reti ad alta velocità per ridurre la latenza nel cloud. I semiconduttori sono anche la chiave per le tendenze che si verificano con il passaggio a veicoli elettrici e ibridi plug-in, per la guida autonoma e la sicurezza nelle automobili, e per l’IA e l’IoT. Infine, le difficoltà lungo le catene di approvvigionamento che stiamo vedendo fin dall’inizio della pandemia confermano la rilevanza dei produttori di semiconduttori per i settori più diversi, dalla telefonia all’automotive: a nostro avviso questo è un trend destinato a perdurare nel lungo periodo, in grado di supportare le valutazioni e i corsi azionari delle società in cui siamo investiti.

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