“Il celebre portafoglio “bilanciato” inventato dal premio Nobel Harry Markowitz, composto da un 60% di azioni e da un 40% di obbligazioni, esiste ormai da oltre sei decenni e negli ultimi 28 anni ha avuto un buon successo, riuscendo ad ottenere un rendimento annualizzato del +4,54%. Tuttavia, quest’anno non è riuscito ad offrire un’adeguata diversificazione: da inizio anno a metà maggio abbiamo stimato addirittura una perdita a doppia cifra, pari a circa il -14,4%”. A farlo notare è Giacomo Calef, Country Manager di NS Partners, che di seguito illustra nel dettagli la propria visione.
Neanche i gestori Long/Short azionari, che puntano sia al rialzo che al ribasso, indipendentemente dal loro focus geografico, sono riusciti a contenere adeguatamente le perdite.
Quest’anno la rotazione tra titoli Growth e Value, anche prima dello scoppio della guerra Russia-Ucraina, ha avuto un impatto forte soprattutto su quelle strategie di investimento più focalizzate sui fondamentali e meno sulle valutazioni di mercato.
Tra le poche che, invece, stanno cercando di superare questa fase difficile, troviamo quelle che adottano il cosiddetto approccio Multi-Strategy: in sintesi, si basa sul monitoraggio di parametri di rischio per cercare di contenere i crolli del mercato. Inoltre, un metodo efficiente, a nostro avviso, può essere quello di selezionare accuratamente molteplici gestori, in modo da diversificare l’investimento in diverse strategie.
Ad esempio, nel 2022 alcune strategie Global Macro stanno offrendo una protezione dai forti ribassi registrati nell’asset class obbligazionaria. Il grafico sopra riportato, in particolare, illustra come tale approccio sia stato vincente in alcuni periodi di mercato difficili.
Se poniamo a confronto le peggiori performance mensili che l’MSCI World, rappresentativo dell’azionario mondiale, ha registrato negli ultimi 2 anni, osserviamo come il nostro portafoglio Multi-Strategy, con una volatilità significativamente più moderata, sia sempre stato in grado di contenere le perdite.
Pertanto in questo contesto di mercato, dove ci si attende un rallentamento marcato della crescita economica, potrebbe essere interessante valutare questo approccio “difensivo”, tenuta in considerazione l’alta volatilità che sta caratterizzando non solo il comparto azionario, ma anche quello obbligazionario.