Investimenti: decolla la space economy

Il settore spaziale sta registrando una crescita molto rapida delle attività economiche, più di quanto lo si possa immaginare, e ogni giorno diviene sempre più centrale nella nostra quotidianità”. Ad affermarlo è Michael Barr, Senior Research Analyst di Neuberger Berman, che di seguito illustra nel dettaglio la view.

Quando qui sulla Terra la pressione sulle catene di approvvigionamento e sulle filiere logistiche supera ogni limite, investire nella Space Economy (economia dello spazio) può apparire un modo poco lungimirante di allocare i propri capitali.

Quello che però ancora sfugge ai più è che la Space Economy ricopre, già oggi, un ruolo essenziale e sempre più rilevante nella risoluzione di alcune tra le più grandi e pressanti sfide a cui dobbiamo far fronte sul nostro pianeta, tra cui appunto quella di rendere le catene di approvvigionamento più resilienti, produrre cibo a sufficienza per l’intera popolazione mondiale, potenziare la connettività in un’economia sempre più digitalizzata e contribuire a monitorare e gestire i cambiamenti climatici.

In breve, investire nella Space Economy significa allocare i propri capitali lungo la sua catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali e tecnologie digitali, arriva fino alla generazione di prodotti e servizi innovativi quali le telecomunicazioni evolute, navigazione e posizionamento, monitoraggio ambientale e del clima.

Sono molteplici inoltre le applicazioni in settori più tradizionali come, ad esempio, nell’agricoltura, sanità, utility, trasporti e logistica, e in ambiti di frontiera come lo space mining (estrazione mineraria spaziale) e il turismo spaziale.

Insomma, la Space Economy è già presente e sta influenzando la nostra vita di tutti i giorni.

Sviluppo commerciale

Per oltre 50 anni lo spazio è stato appannaggio di un ristretto numero di governi e istituti di ricerca. Mandare in orbita satelliti e apparecchiature sempre più complesse e costose richiedeva tecniche di gestione dei rischi, anch’esse sempre più costose, facendo schizzare alle stelle i costi di lancio che, in alcuni casi, hanno superato i 100 milioni di dollari.

Nel 2002 Elon Musk fondò SpaceX con l’obiettivo di ridurre i costi dei lanci spaziali, dando così inizio ad una vera e propria rivoluzione. Secondo il Center for Strategic and International Studies, in 20 anni i costi di lancio per un satellite si sono ridotti di 10 volte, favorendo pertanto una maggiore accessibilità dello spazio a nuovi attori non tradizionalmente legati all’industria spaziale.

Opportunità che, tra l’altro, sono state ampliate dal progresso tecnologico. Con una larghezza di banda 10 volte superiore, una latenza nella trasmissione dei dati che è passata da 300 millisecondi a solamente 3 millisecondi e una risoluzione delle immagini migliorata di 100 volte i satelliti, ad esempio, possono fare molto più che trasmettere canali TV e monitorare il meteo.

Una risoluzione delle immagini migliore consente ad esempio, nell’agricoltura di precisione di monitorare l’uso di pesticidi sulle colture e analizzare la fertilità del terreno, migliorandone la redditività, o di decidere quale coltura seminare basandosi sui dati raccolti. Le immagini satellitari sono utili anche per monitorare quasi in tempo reale le reti di distribuzione energetica, spesso collocate in zone poco accessibili, per prevenire eventuali danni ed evitare costose interruzioni di forniture. Il monitoraggio continuo di merci e beni è fondamentale anche nel settore logistica e trasporti per valutare quali sono le tratte più brevi e remunerative e rendere più efficienti le fasi di carico e scarico merce.

Infrastrutture, Abilitatori tecnologici e Applicazioni

Per illustrare il potenziale dell’opportunità d’investimento nella Space Economy, possiamo fare un parallelismo con l’evoluzione e la diffusione degli smartphone.

Tutto ebbe inizio con le infrastrutture di base. Nella nostra analogia i produttori di smartphone equivalgono oggi ad imprese come SpaceX e Rocket Lab, le principali aziende private fornitori di servizi di lancio, o a società che producono satelliti e i relativi componenti.

Seguirono poi quelle che chiamiamo “abilitatori tecnologici”: gli app store, che erano la nuova interfaccia degli smartphone. Nell’ambito della Space Economy, un equivalente può essere rappresentato dalle infrastrutture di cloud computing e edge computing, dai produttori di sensori o lenti ottiche avanzate. Queste nuove tecnologie favoriscono lo sviluppo di nuovi business in orbita e sono fondamentali sia per le aziende “terrestri” che per quelle che operano nello spazio.

Le imprese che invece sfruttano le nuove infrastrutture e tecnologie spaziali sono, infine, l’equivalente degli sviluppatori di app per smartphone e rientrano nella terza categoria di investimento che rappresenta la più importante fonte di crescita potenziale per la Space Economy.

Non si tratta quindi solo di progettazione e roll-out delle infrastrutture spaziali, ovvero non si tratta solamente di produzione di razzi spaziali e satelliti, ma la Space Economy è in grado di abilitare nuove applicazioni e servizi innovativi sia fra gli operatori della tradizionale industria spaziale sia fra i fornitori di servizi digitali basati su tecnologie spaziali.

Applicazioni rivoluzionarie

Concentriamoci nuovamente sulle grandi sfide di oggi. In che modo le applicazioni che si svilupperanno dalla unione di tecnologie spaziali e digitali contribuiranno a risolverle?

Le tecnologie satellitari non sono in grado di riaprire i porti in Ucraina, ma la combinazione tra più satelliti, lenti innovative, maggiore velocità di trasmissione dei dati e un maggior numero di dati analizzati a disposizione, consente di prendere decisioni logistiche in tempo reale, valutando ad esempio quali sono le tratte più brevi e remunerative, a livello globale. Ciò può rendere le catene di approvvigionamento più efficienti nel loro funzionamento quotidiano, ma anche accelerare una risoluzione nel caso di ulteriori interruzioni, siano esse dovute al prolungamento del conflitto o al blocco del Canale di Suez da parte di una nave da carico.

Analogamente, sebbene non sia possibile sbloccare dallo spazio il mercato del grano ucraino, nel lungo periodo l’agricoltura di precisione, grazie alle informazioni fornite dai satelliti, può rendere la produzione di cibo più capillare ed efficiente. Sensori di nuova generazione possono raccogliere dati non solo sul meteo, ma anche su qualità, temperatura e umidità del suolo, così da aiutare i sistemi automatici di semina a massimizzare la resa delle colture. In questo modo è possibile minimizzare sia i costi che l’utilizzo di acqua e fertilizzanti.

L’integrazione tra tecnologie terrestri e satellitari può inoltre contribuire a migliorare la connettività a livello globale, garantendo una copertura internet anche nei luoghi più isolati. Le comunicazioni mobili hanno già trasformato le economie di molti paesi emergenti; la riduzione del costo della connettività grazie alle tecnologie satellitari può ampliare ulteriormente questi benefici. Le app di ride sharing (BlaBlaCar) e ride hailing (come Uber) hanno già creato un enorme giro d’affari grazie alle tecnologie spaziali per la geolocalizzazione; ampliare la copertura di connessione consentirà di rendere tali servizi ancora più globali.

Garantendo, inoltre, una copertura di rete, nelle aree della terra ad oggi non coperte dai ripetitori per telefonia mobile, le comunicazioni satellitari con una trasmissione dei dati a bassa latenza possono inoltre contribuire a trasformare in realtà l’Internet of Things. Per la prima volta, ad esempio, le società proprietarie di strutture remote come parchi eolici, oleodotti e gasdotti offshore potranno ricevere dati in tempo reale e costanti sul corretto funzionamento dei propri impianti e sugli interventi di manutenzione necessari.

Dal punto di vista ESG, la natura globale delle sfide ambientali e climatiche che stiamo affrontando crea, inoltre, una domanda crescente di servizi e applicazioni basati sulla tecnologia spaziale. La deforestazione, l’aumento del livello dei mari e le variazioni di spessore delle calotte polari vengono monitorati dallo spazio già da anni, ma una più ampia copertura satellitare, sensori potenziati e lenti ad alta risoluzione permettono ora di analizzare i cambiamenti ambientali in modo molto più accurato.

Le imprese possono ora, ad esempio, verificare l’efficacia delle politiche di sostenibilità implementate dai propri fornitori di materie prime, individuando, ad esempio, le aree soggette a deforestazione per la produzione di olio di palma. Inoltre, la migliore capacità di misurare le emissioni di gas serra dallo spazio ci sta mostrando quanto effettivamente le sottostimassimo in passato. Pertanto, grazie a tecnologie spaziali avanzate e un’analisi dei dati più accurata è possibile aumentare la precisione e l’imparzialità in ambito di regolamentazione, tassazione e determinazione dell’impatto ambientale delle emissioni.

Opportunità di investimento

Se i campi di applicazione della Space Economy sembrano quasi infiniti è perché le infrastrutture e le tecnologie spaziali non stanno solamente creando nuovi settori di investimento, ma stanno anche aumentando il potenziale dei business terrestri già esistenti.

Oggi la space economy vale circa 400 miliardi di dollari, e oltre il 50% è costituito da attività più “tradizionali” come servizi governativi e trasmissione di programmi televisivi. Secondo le stime degli analisti di settore, entro il 2035, il valore della Space Economy potrebbe toccare i 1.200 miliardi di dollari, di cui quasi tre quarti rappresentati da nuovi e innovativi prodotti e servizi, sviluppati da nuove imprese e attori tradizionalmente non legati all’industria dello spazio.

La Space Economy è decollata. Ma per fortuna non serve andare nello spazio per investirci e trarne beneficio.

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