Investimenti: ecco perchè occorre essere ottimisti

“Decenni di esperienza e l’amore per i numeri non portano molto lontano nel mondo degli investimenti. Una storia di successo nella gestione del denaro attraverso i cicli e un processo di ricerca disciplinato: questo è essenziale. Ma ciò che vi fa superare il traguardo è un sano e duraturo ottimismo“. A farlo notare è Matthew Benkendorf, CIO boutique Quality Growth di Vontobel, che di seguito illustra la view nel dettaglio.

La convinzione che le aziende veramente grandi contribuiranno a generare rendimenti duraturi e composti. Stranamente, il sano ottimismo è difficile da applicare anche per gli investitori più sofisticati. Nei mercati in ascesa ed euforici (esempio: gli ultimi anni), l’ottimismo è stato distorto e tristemente mal riposto. Le SPAC, le criptovalute e le società in iper-crescita senza utili sono state di gran moda.

Quest’anno i mercati hanno oscillato collettivamente verso il pessimismo. L’inflazione è ai massimi da 40 anni e la crescita economica sembra rallentare. La Banca Mondiale sostiene che l’economia globale potrebbe in realtà soffrire di una stagflazione in stile anni Settanta. Per non parlare della pandemia in corso, della guerra, dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari, dei persistenti problemi della catena di approvvigionamento e di consumatori che si stanno indebolendo.

Cosa deve fare un ottimista?

La migliore linea di difesa per un ottimista come me consiste nel trovare un’azienda con un’economia di fondo interessante e con un flusso di utili sostenibile e prevedibile. Poi, attribuirle una valutazione che sia realistica e conservativa. Citando Thomas Edison: “L’opportunità viene mancata da molte persone perché è vestita in abiti da lavoro e somiglia ad un lavoro”.

Oggi il panico del giorno riguarda il potenziale di una prolungata iperinflazione in stile fine anni ’70 e le sue implicazioni per i mercati azionari. In qualità di investitori bottom-up, non stiamo scommettendo su una specifica previsione di inflazione; abbiamo bisogno che le nostre holding si comportino bene in una serie di scenari macroeconomici plausibili.

Vale la pena di rivedere l’evidenza empirica di ciò che è accaduto nel periodo fine anni ’70-inizio anni ’80, l’ultimo in cui gli Stati Uniti hanno registrato un’inflazione elevata. Sebbene il mercato azionario non sia andato bene alla fine degli anni ’70, si è registrata una notevole sovraperformance da parte dei titoli a crescita qualitativa negoziati a valutazioni ragionevoli. Il grafico seguente è stato realizzato da HOLT/Credit Suisse in uno studio che ha esaminato la performance relativa di diversi stili di investimento in quel periodo. Se si considera la storia, i titoli quality growth sono scambiati a valutazioni ragionevoli e possono ottenere risultati migliori rispetto al mercato nel suo complesso durante i periodi di inflazione. Questo risultato empirico ha un senso intuitivo, in quanto le società più redditizie, con potere di determinazione dei prezzi e una leva finanziaria più bassa sono in grado di far fronte meglio alle pressioni sui costi. Inoltre, evitare i titoli negoziati a multipli esorbitanti riduce la vulnerabilità al de-rating dovuto all’aumento dei tassi di sconto.

Sano ottimismo

Il nostro ottimismo e le nostre prospettive si baseranno sempre su un’approfondita ricerca aziendale, sulla costruzione del portafoglio e sull’applicazione disciplinata della nostra filosofia d’investimento. La nostra testa è sui libri, ma non nella sabbia: gli eccessi estremi continuano a distorcere le valutazioni e ad alimentare gli “spiriti animali”.

Stimoli senza precedenti e tassi bassi prolungati hanno scatenato una frenesia nel credito privato che ha contribuito a creare un’illusione di ricchezza in tutti i settori. I prezzi degli asset finiscono per convergere verso un valore che rappresenta il vero valore intrinseco, sia al rialzo che al ribasso, e questo è uno dei motivi per cui sono particolarmente ottimista sulle prospettive di crescita della qualità.

I migliori investitori sono pazienti, guardano oltre la debolezza del breve termine e tengono d’occhio il premio a lungo termine. Se avete fatto i compiti a casa sulla valutazione e sulla prevedibilità degli utili a lungo termine, se avete separato i fatti dalle speculazioni in modo sistematico e analitico, i frutti arriveranno. I mercati difficili non sono da temere. Per quanto ci si possa sentire a disagio sul momento e per quanto le prospettive possano sembrare disastrose, sarà sempre meglio avere una determinazione ottimistica e una chiara tabella di marcia per gli investimenti.

I migliori rendimenti degli investimenti vengono concepiti nei mercati in ribasso, per poi essere realizzati nei periodi più favorevoli.

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