Asset allocation: contro la volatilità preferire i settori difensivi

In questi mesi le banche centrali hanno aumentato i tassi di interesse al ritmo più rapido di sempre. “L’impegno della Fed nel riportare l’inflazione sotto controllo ha implicazioni globali, a causa del conseguente rafforzamento del dollaro, e la maggior parte delle banche centrali è ora più aggressiva negli aumenti dei tassi. Inoltre, dato che ognuna si concentra soprattutto sul bilanciare domanda e dell’offerta nella propria area geografica, c’è il rischio che l’impatto negativo cumulato sulla crescita economica globale possa essere maggiore del previsto”. A farlo notare è Jon Maier, CIO di Global X, che di seguito spiega più nel dettaglio la view.

Per la Fed la difficoltà è trovare l’equilibrio tra inflazione elevata e rallentamento della crescita economica. Sebbene alcuni segnali indichino che l’inflazione statunitense possa aver raggiunto il suo picco, rimane comunque ad un livello elevato. Attualmente, il dot plot della Fed riflette un’aspettativa mediana di un aumento di 125 punti base durante il quarto trimestre e un tasso terminale del 4,5% – 4,75%. A novembre si prevede un aumento di 75 punti base seguito da un altro di 50 a dicembre.

Nel frattempo l’economia USA rimane forte rispetto alla maggior parte del resto del mondo. La disoccupazione è bassa e il risparmio pandemico fornisce un cuscinetto per i consumi. Tuttavia, continuiamo a temere che la crescita dei consumi non possa eccedere quella dei redditi ancora a lungo. Il potenziale ciclo di feedback negativo tra consumi e occupazione rimane un’area di preoccupazione. Se la storia ci insegna qualcosa, le probabilità di un soft landing sono piuttosto ridotte, e potremmo assistere a un rallentamento dell’economia statunitense nella prima metà del 2023.

Il dollaro forte intanto sta esportando inflazione a livello globale. La sterlina ha toccato i minimi storici rispetto al dollaro quando la Banca d’Inghilterra e il Tesoro britannico non sono riusciti a rassicurare gli investitori sull’inflazione e sulla stabilità fiscale. In risposta, la BOE ha fornito maggiore liquidità al mercato acquistando obbligazioni per stabilizzare i mercati. Le aziende e i consumatori britannici ed europei dovranno affrontare un inverno difficile a causa della situazione energetica, e il mercato valutario sta rendendo più complicato attutire il colpo.

In Asia, il Giappone è intervenuto per arginare la debolezza dello yen per la prima volta dalla crisi finanziaria asiatica, impiegando circa 25 miliardi di dollari per il sostegno alla sua valuta. La Banca del Giappone però non ha ancora iniziato ad aumentare i tassi di interesse. Anche la banca centrale cinese si è mossa per ridurre la pressione sulla sua moneta. La Banca Mondiale ha ridotto le aspettative di crescita economica per la Cina al 2,8% nel 2022, e aumenta il rischio che la Cina mantenga la sua politica zero-COVID nel 2023, pregiudicando ulteriormente la traiettoria di crescita. Il dollaro forte, il calo dei prezzi delle materie prime, la riduzione della domanda globale e il contesto risk off creano uno scenario difficile per i mercati emergenti.

Prevediamo che la volatilità rimarrà elevata durante il ciclo di rialzo dei tassi. In questa fase, preferiamo l’azionaro rispetto alle obbligazioni, essendo i rendimenti reali ancora in territorio negativo. A livello di specifici settori, consigliamo di concentrarsi maggiormente su segmenti difensivi con forti flussi di cassa, come health care, beni di consumo e utilities.

Con l’aumento del rischio di recessione, riteniamo che sia sempre più importante incorporare un approccio equilibrato che includa anche il reddito fisso a più lungo termine, come l’esposizione ai Treasury statunitensi a lunga scadenza. Le commodity appaiono favorite, ma con prospettive future un po’ più attenuate: il dollaro forte e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento, unite alle incertezze sulla crescita cinese, potrebbero rendere alcune materie prime leggermente meno interessanti in questa fase.

Un’altra soluzione che preferiamo in questo contesto di mercato sono le strategie covered call, che traggono vantaggio quando la volatilità del mercato aumenta. Infine, gli investitori potrebbero valutare di orientare l’esposizione azionaria verso gli Stati Uniti, in quanto il dollaro forte influisce sui mercati globali e l’economia statunitense ha prospettive migliori rispetto al resto del mondo.

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