Sostenibilità: ecco tutte le sfide per gli investitori

L’investimento sostenibile è diventato un tema chiave per gli investitori privati e istituzionali. Tuttavia, gli acronimi utilizzati (ESG, ITR, SFDR, ecc.), la complessità e i rapidi sviluppi in questo campo lasciano molti investitori confusi.

“La domanda fondamentale che spesso ci viene posta è: perché dovremmo e come possiamo integrare i principi della sostenibilità nei portafogli?”, fa notare Frédéric Rochat, Managing Partner di Lombard Odier Group, che di seguito prova a dare delle risposte alla questione.

Oggi sono all’opera potenti forze di mercato che incoraggiano e facilitano una transizione ambientale divenuta indispensabile: pressione dei consumatori, interventi normativi, transizione dei modelli di business nei vari settori e allocazione equa del capitale da parte degli investitori.

In questo contesto, l’integrazione dei principi di sostenibilità nella costruzione dei portafogli favorisce una transizione fondamentale dei nostri modelli economici. Inoltre, consentirà una migliore conservazione del patrimonio investito, favorendo le aziende che beneficeranno delle transizioni future e riducendo al contempo l’esposizione ai futuri perdenti della rivoluzione in corso.

Stabilità ambientale per una crescita sostenibile

È innegabile che le società funzionali, la crescita economica sostenibile e gli interessanti rendimenti finanziari a lungo termine si basano sulla stabilità ambientale.

La ricerca scientifica ha ormai quantificato una serie di limiti globali che non devono essere superati per salvaguardarla, con misure che riguardano le emissioni di CO2, la qualità dell’acqua, la biodiversità e altro ancora. Sebbene la situazione sia allarmante, in quanto abbiamo già superato le soglie di allarme per la maggior parte di essi, la scienza è chiara su come ripristinare o limitare i danni causati ai nostri ecosistemi. La transizione ambientale sarà costruita attorno a quattro assi principali:

  • Elettrificazione. L’elettricità sta diventando il vettore energetico dominante. Dal 20% circa della domanda energetica mondiale nel 2020, passerà a oltre il 70% nel 2050. Per produrre elettricità, dovremo passare dai combustibili fossili a energie più pulite (acqua, vento, solare ed eventualmente nucleare).
  • Agricoltura e conservazione della natura. Da qui al 2050, dovremo sfamare altri 2 miliardi di persone, ripristinando al contempo vaste aree coltivabili per progetti di riforestazione e biodiversità. Dovremo ripensare i nostri metodi di produzione e consumo.
  • Materiali. Dovremo sganciare la traiettoria della crescita economica dall’estrazione di materie prime. Il modello “prendere, produrre, sprecare” deve essere sostituito da “ridurre, riutilizzare, riciclare”. I materiali da costruzione devono essere ripensati; le automobili saranno condivise e i loro componenti riciclati.
  • Carbonio. Il modello dell’economia di mercato deve essere ampliato per includere tutte le sue esternalità. Le emissioni di carbonio devono diventare sempre più costose, creando i meccanismi di incentivazione necessari agli attori industriali per adottare vere strategie di transizione.

La sostenibilità, fonte di creazione di valore

La trasformazione dei nostri modelli economici verso un’economia più sostenibile è in corso e rappresenta una vera e propria rivoluzione. Emergeranno nuovi attori con un grande potenziale di crescita, mentre altri scompariranno. Il timore di alcuni investitori che investire in modo sostenibile significhi sacrificare la performance è infondato.

I recenti eventi geopolitici e le tensioni che ne derivano non faranno che aumentare l’urgenza della transizione. Il concetto di indipendenza energetica, ad esempio, non è mai stato così attuale.

Integrare la sostenibilità nei portafogli degli investitori

Negli ultimi anni, gli investitori hanno integrato i criteri di sostenibilità in base alle loro preferenze. Molti hanno scelto l’ESG come strumento di valutazione, che ci permette di confrontare le pratiche attuali di diverse aziende su una serie di criteri ambientali, sociali e di governance.

Oggi dobbiamo guardare oltre. La transizione in corso promette di interessare tutti i settori economici, in tutte le aree geografiche. Così come i progressi tecnologici degli ultimi cinquant’anni hanno sconvolto tutti i modelli di business, questa transizione verso la sostenibilità avrà un impatto su tutti i nostri universi di investimento, invitandoci a ripensare il nostro modo di investire. Più che mai, l’investimento sostenibile deve diventare una questione di convinzione, evidenziando l’importanza della ricerca scientifica che ci permette di comprendere meglio le traiettorie di transizione delle aziende, settore per settore. L’analisi deve essere lungimirante e richiederà un’ampia gamma di competenze: climatologi, scienziati, ingegneri e analisti.

Con la rivoluzione della sostenibilità in atto, sempre più accelerata dalle pressioni geopolitiche, riteniamo che la costruzione di portafogli allineati ai principi della sostenibilità sia il modo più efficace per sostenere questa transizione. Ciò garantirà la migliore conservazione del patrimonio investito nel lungo periodo, favorendo le società che possono trarre vantaggio dalla transizione in corso e limitando al contempo l’esposizione ai perdenti futuri.

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