Investimenti: inflazione e pensione, una rima che fa paura. Come proteggersi

Il continuo aumento dell’inflazione si sta già dimostrando una sfida per le economie di tutto il mondo, così come per gli individui, le imprese e le istituzioni. I pensionati sono tra i soggetti più vulnerabili agli effetti dell’inflazione in quanto i prezzi dei beni e dei servizi diventano sempre più inaccessibili rispetto al livello delle loro pensioni, che spesso non riescono a tenere il passo dell’inflazione stessa. Molte volte, gli aumenti delle prestazioni pensionistiche non risultano adeguati alla crescita dei prezzi di beni e servizi. L’indicizzazione dei benefit all’inflazione può però mettere sotto pressione i fondi pensione. Di fronte a questa situazione ecco di seguito la view di Fabrice Sauzeau, Deputy Head of Pension & Insurance relations di Candriam.

Impatto sulle pensioni e sui regimi pensionistici

Pensioni pubbliche

La maggior parte della protezione dagli effetti dell’inflazione proviene dalle pensioni statali. Di conseguenza, le persone vulnerabili all’inflazione sono quelle nei Paesi in cui le pensioni statali sono basse, come il Belgio, la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti, e vengono solitamente integrate con il reddito pensionistico aziendale, che contribuisce a coprire i costi di vita durante il pensionamento. Nei Paesi in cui le pensioni statali obbligatorie, in media, rappresentano la maggior parte delle entrate dei pensionati, l’indicizzazione all’inflazione è soggetta anche ad altre considerazioni relative al disavanzo corrente o futuro del sistema.

Pensioni private

I regimi pensionistici professionali istituiti negli ultimi decenni offrono un livello di indennità notevolmente inferiore a quello precedente. Inoltre, il passaggio da prestazioni definite a regimi contributivi definiti è ormai in fase avanzata e le entrate dei futuri pensionati sono maggiormente legate all’andamento dei mercati che alle variazioni del costo della vita. Anche al di fuori dei regimi contributivi definiti, la protezione dall’inflazione non è perfetta al 100%.

Soluzioni di investimento per un contesto caratterizzato da un’inflazione elevata

Esistono diversi tipi di investimenti che possono mitigare specificamente l’impatto complessivo dell’inflazione su un portafoglio individuale o istituzionale.

Obbligazioni e swap indicizzati: come mitigare il rischio di inflazione

Crediamo che nell’attuale contesto di mercato, la migliore copertura contro gli aumenti inaspettati dell’inflazione sia rappresentata dalle obbligazioni indicizzate all’inflazione, preferibilmente per l’estremità corta della curva. La maggior parte di queste obbligazioni sono emissioni sovrane, che comportano un rischio di inadempienza minimo. Gli swap sull’inflazione offrono lo stesso tipo di protezione sfruttando l’esposizione all’inflazione di un portafoglio di investimenti. Tutto sommato, riteniamo che questi investimenti possano essere utilizzati come uno strumento efficace contro gli improvvisi aumenti dell’inflazione, anche se offrono un limitato potenziale di rendimenti addizionali.

Anche se sono di gran lunga il modo più efficace e “puro” per ridurre il rischio di inflazione, questi tipi di strumenti finanziari hanno anche i loro limiti. In primo luogo, di solito è troppo tardi (troppo costoso) acquistare copertura se il mercato aveva già scontato elevate aspettative di inflazione e la successiva domanda di obbligazioni e swap indicizzati all’inflazione si riflette già nei loro prezzi. In secondo luogo, è la loro sensibilità ad altri fattori di rischio, che può comportare un disallineamento tra l’esposizione all’inflazione interna degli investitori e la minore profondità di mercato. Nel breve termine, anche l’andamento delle obbligazioni indicizzate all’inflazione può fortemente deviare dall’inflazione.

Real Assets: reddito indicizzato all’inflazione

I Real Assets, in particolare gli immobili e le infrastrutture, offrono una copertura parziale contro l’inflazione perché alcuni dei loro ricavi sono direttamente o indirettamente legati all’inflazione. Tuttavia, il prezzo di tali attivi è anche collegato ad altri fattori come i tassi di interesse, che possono compensare l’aumento dei redditi dovuto all’inflazione. Ma, in definitiva, tutti questi attivi dovrebbero fornire un rendimento in eccesso al di sopra dell’inflazione nel corso del ciclo economico.

Proprietà

Nella maggior parte dei mercati europei, l’indicizzazione dell’inflazione è una caratteristica degli accordi di locazione, quindi ogni aumento dell’inflazione si riflette normalmente in automatico nei livelli degli affitti e del reddito operativo netto, nella maggior parte dei casi su base annua, fornendo una copertura diretta.

Infrastrutture

Le infrastrutture coprono una serie di investimenti, tra cui energia, trasporti e servizi pubblici, caratterizzati in molti casi da flussi di reddito regolamentati e prevedibili e da elevati ostacoli all’accesso. Tali investimenti possono offrire una protezione contro l’inflazione. Ad esempio, in molti Paesi, i pedaggi stradali sono correlati in qualche modo all’inflazione. I ricavi delle società pubbliche regolamentate che gestiscono acqua ed energia sono spesso legati all’inflazione per legge. Tuttavia, non tutte le infrastrutture beneficiano di queste condizioni.

Investimenti azionari: cosa può mitigare l’inflazione e generare ulteriori rendimenti?

Anche se l’elevato regime inflazionistico tra la seconda metà del 2021 e il 2022 è stato accompagnato da cali dei mercati azionari, riteniamo che una moderata inflazione che non superi le aspettative attuali non danneggerebbe necessariamente i rendimenti delle azioni. Dobbiamo innanzitutto rilevare che l’equilibrio tra contributi, prestazioni e rendimenti degli investimenti deve essere raggiunto nel lungo termine, il che significa operare una pianificazione per la durata media della vita umana. Con un tale orizzonte temporale ha senso assumere alcuni rischi e investire in classi di attivi con rendimenti attesi maggiori, come le azioni.

Durante il secolo scorso, l’indice S&P 500 ha reso in media circa il 6% all’anno, senza tener conto dei dividendi distribuiti. Nello stesso periodo, l’inflazione è stata prossima al 3%. Nel lungo termine, i rendimenti azionari dovrebbero essere superiori all’inflazione, in quanto le imprese adeguano i propri prezzi per rimanere redditizie e sfruttano gli incrementi di produttività e l’innovazione. Tuttavia, l’eccesso di rendimento delle azioni sull’inflazione non è costante nel tempo e nei vari regimi inflazionistici.

Fintanto che l’attuale regime di inflazione non deraglia come negli anni ‘70 e ‘80, le azioni dovrebbero continuare a offrire rendimenti interessanti, se adeguati all’inflazione.

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