L’ultima riunione della Fed ha portato alla luce che la banca centrale statunitense è pronta a rallentare il ritmo della stretta monetaria.
“Il rallentamento della stretta monetaria non significa che i tassi di interesse raggiungeranno un picco più basso. Al contrario, anche se è probabile che il ritmo della stretta monetaria si allenti, ci aspettiamo che il tasso terminale raggiunga il 5%, invece del 4,75% precedente“. Ad affermarlo è Bill Papadakis, Macro strategist di Lombard Odier, che di seguito spiega più nei particolari la view.
Il ritmo potrebbe rallentare già il mese prossimo, anche prima che l’inflazione mostri ulteriori segnali di calo. Prevediamo quindi un rialzo dei tassi di 50 punti base a dicembre, seguito da rialzi di 25 punti base a febbraio e marzo, e non possiamo escludere un ulteriore inasprimento fino a maggio.
Un aspetto positivo è che un inasprimento più lento lascia alla Fed il tempo necessario per valutare gli effetti dell’aumento dei costi di finanziamento sull’economia reale, riducendo così il rischio di un grave errore politico.