Investimenti: ecco cosa attendersi da un Governo Usa spaccato

Con i repubblicani che hanno conquistato la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti e i democratici che hanno mantenuto il Senato, sembra probabile che i prossimi due anni saranno caratterizzati da una situazione di stallo legislativo.

In questo scenario, ecco di seguito la view in ottica investimenti, di Libby Cantrill, Managing Director, Public Policy di Pimco.

Ciascun partito è in procinto di ottenere una maggioranza risicata in ognuna delle due camere del Congresso. Questo porta a un’altra considerazione: l’'”onda rossa” di cui molti opinionisti sembravano sicuri (anche se noi avevamo i nostri dubbi) non si è mai materializzata ed è stata invece sostituita da una – scegliete voi la metafora – “goccia di pioggia rossa”, “increspatura rossa” o “fruscio rosso”. In effetti, i Democratici potrebbero ampliare la propria maggioranza al Senato, a seconda dell’esito del ballottaggio in Georgia all’inizio di dicembre.

In ogni caso, onda o fruscio, crediamo che le implicazioni pratiche per i mercati e l’economia siano in gran parte le stesse sia che i repubblicani abbiano ottenuto solo la maggioranza alla Camera sia che abbiano vinto sia alla Camera che al Senato. In fondo, una maggioranza è sempre una maggioranza e le leve principali per un partito che non è alla Casa Bianca – ovvero l’ostruzionismo e la vigilanza – saranno a disposizione dei repubblicani alla Camera nonostante la loro maggioranza risicata e il controllo di una sola camera.

Cosa aspettarsi da un Congresso diviso nel 2023

Che cosa significa un Congresso diviso per la politica economica? Vediamo quattro implicazioni principali:

  1. Un congelamento totale dell’agenda legislativa del Presidente Biden. Forse l’aspetto più importante per i mercati è che tutti gli aumenti delle tasse sono stati ritirati dal tavolo, sia per quanto riguarda le persone fisiche (ad esempio, aumenti della tassazione sulle plusvalenze) sia per quanto riguarda le imprese (ad esempio, una tassa sugli extra-profitti). Ciò suggerisce anche che il prossimo punto di inflessione per le tasse sarà il 2025, quando le riduzioni fiscali di Trump scadranno.
  2. Più vigilanza. I repubblicani alla Camera eserciteranno i propri poteri di controllo su questioni che vanno dalla politica energetica dell’amministrazione Biden al suo approccio nei confronti della Cina (che, in alcuni ambienti, è considerato non sufficientemente aggressivo) alla molteplicità di norme proposte dalla Securities and Exchange Commission. La vigilanza sarà probabilmente più simbolica che sostanziale – dopo tutto, in assenza di un controllo a prova di veto su entrambe le camere del Congresso, i repubblicani possono fare ben poco per modificare le politiche. Tuttavia, una maggiore vigilanza può generalmente rallentare gli ingranaggi normativi e rendere più complicato il lavoro della Casa Bianca. Sebbene anche la Federal Reserve sarà probabilmente oggetto di vigilanza – da ambo i partiti – dubitiamo che la Fed sarà influenzata da qualsiasi pressione politica finalizzata a cambiare il suo apparentemente unico obiettivo di combattere l’inflazione.
  3. Altre lotte fiscali. È qui che la sottile maggioranza dei repubblicani alla Camera potrebbe entrare in gioco ed essere potenzialmente una fonte di volatilità del mercato il prossimo anno. Con pochi o nessun margine per perdere voti al Congresso, potrebbe essere più difficile per il futuro speaker della Camera (che non sarà eletto prima di gennaio) gestire i prossimi punti di inflessione sul piano fiscale, in particolare la necessità di aumentare il tetto del debito, dato che alcuni membri del comitato elettorale repubblicano (ad esempio, il comitato elettorale dell’House Freedom) hanno dichiarato che non sosterranno alcun aumento del limite del debito senza commisurati tagli alla spesa, un’opzione non praticabile per il Senato e la Casa Bianca democratici. Il nostro scenario di base prevede che il tetto del debito pubblico sarà raggiunto entro la fine di quest’anno, ma le misure straordinarie del Dipartimento del Tesoro estenderanno tale scadenza fino all’autunno del 2023. Tuttavia, nonostante la prevedibile ostilità e la potenziale volatilità corrispondenti, soprattutto nella parte anteriore della curva dei rendimenti, riteniamo che i repubblicani alla fine interverranno e il tetto del debito sarà innalzato. Si tenga presente che per allora la campagna presidenziale del 2024 sarà in pieno svolgimento ed è improbabile che i repubblicani sacrifichino la possibilità di conquistare la Casa Bianca.
  4. Meno sostegno fiscale. Sebbene continuiamo a ritenere che ci sarà un sostegno bipartisan per la prosecuzione degli aiuti all’Ucraina e per il bilancio della difesa, crediamo anche che in generale sarà fissata una soglia più alta prima di fornire un più ampio sostegno fiscale anticiclico, anche qualora l’economia dovesse rallentare. L’economia statunitense ha già subito una significativa contrazione fiscale nel 2022, in virtù della scadenza di molti programmi di aiuti statali legati al COVID; per l’anno prossimo possiamo aspettarci un’ulteriore contrazione, per la quale è improbabile che un Congresso diviso faccia qualcosa. In altre parole, così come una “Fed put” è stata scartata, anche una “fiscal put” è stata di fatto eliminata, almeno fino a quando non sarà al potere un nuovo Congresso nel 2025.

Compromesso?

Pur prevedendo una situazione di stallo nel prossimo Congresso, vediamo alcune aree di potenziale compromesso. Tra queste, la legislazione che potrebbe chiarire meglio l’attività di sorveglianza sulle criptovalute – un’esigenza ancora più urgente alla luce dei recenti problemi legati agli exchange di criptovalute – e l’approccio sulle autorizzazioni energetiche che potrebbe accelerare i progetti di energia tradizionale e rinnovabile.

I mercati apprezzeranno i risultati delle elezioni?

Anche se il passato non è certo indicativo del futuro, i mercati azionari tendono storicamente a fare bene negli anni in cui il governo è diviso. In effetti, negli anni precedenti in cui la composizione del potere a Washington era simile, ossia Camera repubblicana, Senato democratico e Casa Bianca democratica, il mercato azionario ha registrato un rendimento medio del 13,6% (secondo i dati dell’S&P 500), un rendimento medio superiore a quello di quasi tutte le altre composizioni al potere. Naturalmente, il 2023 potrebbe evolversi molto diversamente rispetto ai precedenti storici, data l’inflazione vischiosa, il rischio di recessione e la guerra in Ucraina.

Una rapida virata nel 2024?

Naturalmente, una volta scrutinato l’ultimo voto, le elezioni di midterm cadranno rapidamente nel dimenticatoio. Sebbene le speculazioni si moltiplichino su chi si candiderà (Donald Trump ha annunciato la sua candidatura mentre scriviamo) – e chi no – per la Casa Bianca nel 2024, non vorremmo estrapolare alcun risultato definitivo in questa fase iniziale del ciclo. Anzi, è probabile che ci aspettino numerosi colpi di scena, che ancora una volta potrebbero sorprendere gli opinionisti e sfidare la storia.

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