Asset allocation, Cina: le opportunità di investimento secondo Fidelity

“Senza dubbio, il sentiment nei confronti del mercato dei capitali cinese appare negativo e i recenti movimenti di mercato hanno visto un grande numero di investitori, per lo più stranieri, ridurre la propria esposizione. Tuttavia, riteniamo che il sell-off sia stato in qualche modo esagerato“. Parola di Dale Nicholls, gestore di Fidelity, che di seguiti spiega nei particolari la view.

Pur comprendendo le preoccupazioni per alcuni aspetti emersi dal Congresso conclusosi ad ottobre, non eravamo di certo partiti con grandi aspettative di cambiamenti nella direzione politica. La crescita economica rimane difficile, con l’attuale politica dello Zero Covid ancora in corso e la debolezza del settore immobiliare, come fattori principali.

Restiamo dell’idea che la politica farà dei passi gradualmente in avanti per affrontare questi fattori, con un ulteriore allentamento sia sul fronte monetario che su quello fiscale. Ciò è in contrasto con le tendenze osservate in molti mercati sviluppati. Allo stesso modo, le valutazioni hanno raggiunto sconti significativi rispetto alla media storica e rispetto agli altri mercati. In questo contesto, anche se può sembrare contrario alla visione ribassista di consenso, il nostro processo di investimento rimane coerente e, semmai, stiamo trovando numerose idee e opportunità di acquisto, che si riflettono nell’aumento dei livelli di gearing netto della società.

Cosa potrebbe sorprendere i mercati nel 2023?

L’autosufficienza e la sostituzione delle importazioni continueranno a essere temi importanti nei prossimi anni. Le recenti normative statunitensi che limitano la vendita di chip di semiconduttori avanzati/attrezzature per la produzione di chip utilizzati per l’intelligenza artificiale e il supercalcolo alle aziende cinesi, hanno fatto notizia a livello globale. Continuiamo a monitorare questi sviluppi e l’impatto che potrebbero avere su vari settori e aziende. Riteniamo che ciò possa accelerare lo sviluppo delle industrie e delle catene di approvvigionamento nazionali in Cina, una tendenza chiaramente sostenuta dal Governo.

Concentrati sulle potenziali opportunità di investimento

Nel frattempo, riteniamo che il picco delle nuove riforme normative, in particolare nel settore Internet in Cina, sia ormai alle spalle. Le autorità cinesi hanno ora delineato il quadro normativo in settori quali l’antimonopolio, la protezione e la condivisione dei dati. La crescente visibilità del panorama normativo dovrebbe portare a un’ulteriore chiarezza sulle prospettive di guadagno e sostenere le valutazioni di questi settori.

Inoltre, l’impatto della politica Zero Covid ha avuto ripercussioni sull’economia e sul sentiment del mercato. Sebbene la nuova leadership cinese non abbia sorprendentemente apportato cambiamenti concreti, riteniamo che nei prossimi mesi si possano verificare potenziali modifiche. Le prospettive a breve termine per il settore dei consumi rimangano complicate, tuttavia, se dovessimo assistere a modifiche graduali, potremmo assistere a una ripresa economica come abbiamo visto in altri Paesi in seguito all’allentamento delle restrizioni.

La persistente debolezza del settore immobiliare ha rappresentato un altro freno alla crescita dell’economia. Se da un lato mantenere i prezzi degli immobili accessibili rimane una priorità nell’ambito degli obiettivi generali di prosperità comune, dall’altro crediamo che vedremo misure di sostegno più significative per stabilizzare il settore.

Posizionamento in vista di ciò che ci aspetta nel 2023

In termini di opportunità, rimaniamo concentrati su titoli e settori ben posizionati per beneficiare dei driver di crescita strutturale a lungo termine della Cina. L’ondata normativa a cui abbiamo assistito negli ultimi 12 mesi o più ha creato una significativa biforcazione nelle valutazioni del mercato tra i settori “allineati” alla politica governativa e quelli che sono stati sottoposti a un esame normativo. Pertanto, non si tratta semplicemente di possedere in portafoglio società allineate, ma occorre essere disciplinati e selettivi.

Abbiamo aumentato l’esposizione ai titoli di beni di consumo che offrono valutazioni estremamente interessanti, dato che molti sono stati venduti a causa dei timori di lockdown. Continuiamo a rimanere sovrappesati nel settore IT, che è stato soggetto a una maggiore regolamentazione e a un maggiore controllo da parte delle autorità cinesi. Tuttavia, riteniamo che il peggio sia ormai passato e che in futuro l’attenzione si concentrerà sul perfezionamento e sull’attuazione di tali politiche normative, pur tenendo conto del rischio intrinseco.

In Cina, continuiamo a concentrarci sui settori che potrebbero beneficiare di un sostegno politico, soprattutto alla luce delle pressioni geopolitiche, come le energie rinnovabili, i semiconduttori e le industrie legate alle infrastrutture. Tuttavia, questi temi sono in genere ben conosciuti dal mercato, per cui siamo particolarmente attenti alle valutazioni distese. Come sempre, la scelta dei titoli è fondamentale.

I titoli industriali continuano a rappresentare una posizione consistente nel portafoglio. La tesi principale del consolidamento del settore rimane valida, poiché settori come quello dei materiali da costruzione sono molto frammentati rispetto ai mercati più sviluppati. Abbiamo, inoltre, aumentato l’esposizione al settore immobiliare, in cui le valutazioni sono estremamente basse.

Considerazioni sulla sostenibilità

Fidelity continua a sviluppare il suo sistema di rating della sostenibilità e i suoi processi per far fronte alla continua evoluzione del panorama degli investimenti in ottica ESG. È importante ribadire perché abbiamo istituzionalizzato la sostenibilità nel nostro processo di investimento. Il nostro approccio si articola su tre livelli. Il primo è costituito da una base di solide pratiche di investimento sostenibile che consiste in un linguaggio e degli standard comuni, che aiutano a costruire un futuro finanziario sostenibile. Il secondo livello è costituito da diversi moduli che si evolveranno per soddisfare requisiti dinamici – costruendo strumenti digitali per supportare un’analisi efficace, l’integrazione e la rendicontazione della sostenibilità nel nostro processo di investimento – ad esempio, rating climatici e monitoraggio. L’ultimo livello è il modo in cui comunichiamo il nostro processo all’esterno (ad esempio incontrando i team di gestione delle società).

In Cina, vediamo progressi per quanto riguarda gli investimenti sostenibili; da notare l’accelerazione dello sviluppo delle energie rinnovabili per la transizione energetica green, l’attenzione alla tutela del benessere dei lavoratori e l’obbligo di rendicontazione ESG da parte delle aziende. In effetti, il miglioramento del livello di trasparenza ESG ha visto quest’anno 1410 società (che rappresentano il 30% del totale delle società quotate in A-share) pubblicare rapporti ESG. Sebbene vi siano ancora margini di miglioramento, soprattutto in aree quali i tassi di divulgazione delle informazioni E e S delle aziende, riteniamo che gli sforzi per migliorare la comunicazione e l’impegno con le aziende continueranno a favorire forti progressi.

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