Asset allocation, l’outlook per il 2023 di Plenisfer Investments SGR

Il 2022 si avvia alla sua conclusione e lo archivieremo come un anno negativo e complicato per i mercati. “Guardando al breve termine, riteniamo che i prossimi mesi saranno ancora difficili per gli asset di rischio. Il contesto macroeconomico continuerà a trovarsi intrappolato tra l’incudine dell’inflazione e il martello della recessione. Il compito delle banche centrali e dei responsabili delle politiche fiscali non è certo facile, soprattutto alla luce del grande debito globale accumulato negli ultimi 15 anni, che rende la lotta all’inflazione un obiettivo più difficile da poter raggiungere”. Ad affermarlo sono gli esperti di Plenisfer Investments SGR, che di seguito illustrano il loro outlook per le principali asset class.

Si potranno verificare ampie fluttuazioni di mercato a seguito di movimenti di acquisto o vendite dettate da fattori psicologici di pessimismo od ottimismo degli operatori. Per questo, dovremo essere pronti a calibrare attentamente il grado di “aggressività’” o “prudenza” nell’attività di gestione, concentrandoci su quelle opportunità interessanti che presentano un buon profilo di rischio rendimento. Al momento manteniamo un approccio bilanciato tra i due poli.

Lato azionario, continuiamo a pensare che le maggiori opportunità di stock picking si possano trovare in società value piuttosto che nel settore growth, in Europa e nei mercati emergenti. Continuiamo a guardare con interesse al settore energetico e alle materie prime necessarie alla transizione energetica, in particolare a quelle caratterizzate da maggior scarsità d’offerta (rame, nichel e zinco in primis).

Sul fronte obbligazionario, un’esposizione ridotta alla duration continuerà ad essere un elemento centrale per il nostro portafoglio. Ci aspettiamo che i tassi di interesse restino inferiori all’inflazione in assenza di crescita economica, per riuscire a mantenere il costo del debito pubblico – in aumento – entro livelli accettabili. Stiamo inoltre incrementando la nostra esposizione a corporate bond – inclusi titoli finanziari europei, dati i livelli di spread interessanti – anche se non saranno necessariamente quelli di picco.

Da un punto di vista strategico, infine, la gestione della posizione valutaria rimane sempre centrale nel portafoglio del nostro Fondo, soprattutto in riferimento al dollaro USA di cui abbiamo progressivamente e significativamente ridotto l’esposizione negli ultimi mesi. I nostri futuri aggiustamenti deriveranno principalmente dal monitoraggio del miglioramento del ciclo economico interno in Cina e dall’attenuazione delle tensioni geopolitiche – soprattutto relative alla guerra in Ucraina.

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