Asset allocation, la view di Lemanik per i prossimi mesi

L’indebolimento della crescita globale continuerà per i prossimi due-tre trimestri, a causa del peggioramento degli indicatori macro, inasprimento delle condizioni di credito, riduzione della liquidità, crisi energetica nell’Ue. I messaggi delle banche centrali sottolineano che le politiche monetarie restrittive non sono ancora terminate, ma ci sono segnali che indicano una pausa nel ciclo di rialzi nel primo semestre del 2023 e una conseguente stabilizzazione dei costi di finanziamento”. Questa l’analisi di Andrea Scauri, gestore del fondo Lemanik European Special Situations di Lemanik, che di seguito spiega più nel dettaglio la view.

I mercati hanno registrato un forte rimbalzo dall’inizio di ottobre, grazie all’estremo posizionamento ribassista e alla stabilizzazione dei rialzi dei tassi. Dopo il recente rimbalzo, il posizionamento degli investitori è ora meno estremo e invita a una maggiore cautela nel breve termine in assenza di segnali positivi sul fronte macroeconomico.

I dati macro continuano a segnalare un deterioramento delle condizioni: negli Stati Uniti, l’indice PMI composito per il settore manifatturiero è sceso da 50,4 a 47,6 a novembre, mentre il settore dei servizi è sceso da 47,8 a 46,1. Soprattutto, i nuovi ordini del settore privato sono scesi al ritmo più veloce da maggio 2020, quando la prima ondata della pandemia Covid-19 ha colpito. In Europa, gli indici PMI sono stati complessivamente leggermente superiori alle attese, ma sono rimasti saldamente al di sotto della soglia dei 50 punti, ovvero la linea di demarcazione tra espansione economica e recessione economica.

Per quanto riguarda i tassi statunitensi, il rendimento del decennale Usa è sceso di -30 punti base al 3,75%, così come l’inflazione attesa, scesa di -25 pb al 2,3%. L’inversione della curva dei tassi Usa 10Y-2Y è leggermente aumentata, segnalando così un aumento della probabilità di recessione. In Europa, il rendimento del bund tedesco si è ridotto di -18pb all’1,96%, mentre il rendimento del titolo decennale italiano è sceso di -42 pb al 3,9%, con un restringimento dello spread BTP-Bund.

I verbali dell’ultima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) hanno rafforzato le aspettative che il Comitato intenda aumentare i tassi di 50 punti alla riunione del 14 dicembre (da 75 pb alla riunione di novembre).

In Europa, il rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi a breve termine sembra meno evidente grazie alla recente tenuta degli indici dei responsabili degli acquisti e a un’inflazione che si è dimostrata più resistente rispetto agli Stati Uniti. I commenti più recenti della Bce sembravano aprire la porta a un allentamento dei tassi a 50 pb nella riunione del 15 dicembre, anche se il membro del Consiglio direttivo Isabel Schnabel ha rimesso sul tavolo un rialzo di 75 pb. Anche la banca centrale svedese (Riksbank) ha aumentato i tassi di 75 pb la scorsa settimana con una mossa da falco, mentre è già in atto una pausa nelle banche centrali dei paesi CE3 (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria).

Nel complesso, se da un lato l’attesa riduzione della pressione sui tassi d’interesse è coerente con la stabilità dei multipli di mercato dopo il forte de-rating di inizio anno, dall’altro i fondamentali offrono ancora poco supporto, con una continua scarsa visibilità sull’entità e la durata dell’attuale rallentamento economico.

Confermiamo la nostra opinione secondo cui la continuazione di questo rally è legata alle aspettative di un cambio di rotta della Fed. Nel frattempo, però, l’attenzione deve essere rivolta agli utili societari e alla guidance che si terrà nel febbraio 2023, con i risultati del quarto trimestre. I rischi sono ancora inclinati verso il basso.

In un contesto macro e geopolitico ancora fragile e sulla scia del recente rimbalzo dei mercati azionari, abbiamo modificato parzialmente la nostra asset allocation. Abbiamo ridotto in modo sostanziale il nostro posizionamento sui titoli finanziari; le posizioni chiave del nostro portafoglio si concentrano invece su biotech, con Vivoryon che rimane una delle partecipazioni principali del nostro portafoglio; Green capex: con titoli come Danieli che beneficeranno di un ciclo di investimenti a lungo termine nei rispettivi settori; Difesa, con Thales che è a nostro avviso il nome migliore per sfruttare l’atteso aumento della spesa per investimenti nei paesi europei; Concessioni, con Getlink (Eurotunnel) che è stato ridotto e sostituito da Sacyr; Cybersecurity, un tema chiave in questo scenario.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!